Perché non riesce a convincermi che le prossime operazioni belliche siano diverse da tutte le precedenti operazioni belliche a cui mi sono opposto. Il motivo della mia opposizione è sempre stato lo stesso: la guerra ce l'ha insegnato: non si risolvono i problemi bombardando. Oggi potremmo trincerarci dietro la presunta intelligenza delle armi. La precisione del chirurgo è assicurata ante, nel post ci sono i drammi degli errori, del fuoco amico e dei morti innocenti.
Chiunque legga queste poche righe mi sappia dare motivi ed argomentazioni per essere soddisfatto delle decisioni prese dall'ONU, poi dalla NATO, così è contento Dalema, dalla UE. Qualcuno mi sa dire quale guerra ha risolto problemi preesistenti? Io, per ignoranza, ho la sensazione che se anche i vincitori scrivono sui loro libri di storia i perché e i per come della guerra, c'è qualcosa che non torna. Le alleanze innaturali del prima si scontano nel dopo. Compromessi di bassissimo profilo sono necessari per gestire il dopo guerra con quanti si siedono intorno al tavolo dei vincitori. Vi ricordate Yalta? Avremmo avuto le dittature dell'America Latina, la tragedia dello stalinismo, se non si fossero seduti personaggi tanto diversi intorno a quel tavolo? Sarà semplicistico ma il dubbio mi viene.
Fin qui arrivava il post scritto nei giorni scorsi e che non ho pubblicato. Oggi oltre alle "buone ragioni" ci sono anche le prime immagini. Dopo pochi anni ancora una guerra in diretta TV. Il video della partenza di un Cruise (ancora loro, dopo battaglie e piazze piene di gente che chiedeva di non istallarli sul nostro territorio) fa da contraltare ad un aereo libico che precipita (si nota anche il pilota che "salta" fuori). I ribelli sono contenti delle decisioni ONU e le famiglie degli occupanti del rimorchiatore italiano sequestrato iniziano la dolorosa attesa per conoscere la sorte dei propri cari. Qualcuno ha scritto che la prima vittima di ogni guerra è la notizia. Ed io di questo ho paura. Qualcun'altro ha fatto notare, con una punta di retorica o di malizia, che i pacifisti "soffrono in silenzio" e Eugenio Scalfari oggi scrive: "Quanto alla negoziazione si può forse rilasciare un salvacondotto al raìs e ai suoi familiari. Se non ci sta, bisogna abbatterlo, ogni altra soluzione è impensabile". Espressioni forti, definitive come il prodotto finale di tutte le guerre, la morte.
A guardare molto lontano dalle mie convinzioni ci sono molti personaggi, tra i più lontani c'è senza alcun dubbio quel furfante e furbo di Vittorio Sgarbi. Poche sere fa, intervistato dalla Bignardi nel suo Invasioni Barbariche, ha espresso un concetto che se lo si leggesse senza sapere chi lo ha scritto, sarebbe condivisibile al 100%
L'idea della punizione per il malandrino e dittatore Gheddafi è funzionale alle corde culturali e storiche degli americani e di tutti coloro hanno tra le opzioni possibili di punizione la pena di morte. Noi no. Noi, eredi di quel tale Beccaria, abbiamo una visione della pena, solo culturale non certamente sostanziale a giudicare dallo stato dei nostri detenuti, riabilitativa. Nessuno storca il naso, riflettete e poi reagite. Quel figlio di puttana di rais è lo stesso con il quale il mondo intero ha fatto affari e noi tra questo mondo siamo in primissima fila. Nel 2008 si sarà pure firmato un trattato vergognoso con l'uomo della tenda a Villa Pamphili, ma negli anni precedenti gli altri hanno intrattenuto con lui come con i tanti dittatori in giro per il mondo, a cominciare da quelli cinesi e russi e finendo con i tanti arabi o africani, ottimi rapporti di amicizia e di scambi commerciali. Lo ricordo solo perché sono consapevole che il Gheddafi di oggi è il figlio di quello di ieri. Poi il baciamani di quell'irresponsabile di Berlusconi ha peggiorato ulteriormente le cose.
In questo momento il Ministro della difesa La Russa sta rispondendo alle domande di Lucia Annunziata e ha chiarito il perché siamo dentro la coalizione: pretendere di avere un ruolo attivo nella gestione dei flussi migratori, conseguenza naturale di questa fase. Quindi il ministro si sta preoccupando di tranquillizzare l'alleato al momento più riottoso ed impaurito, più che altro da questo aspetto, la Lega di quel cafone di Bossi.
Luttwak invece candidamente ammette che si combatte perché si "spera" di scalzare Gheddafi e la sua personale cricca. Capite? Niente di programmato. Io non so quale ruolo giochi questo signore della guerra, qualsiasi essa sia, ma se le cose stanno come Mr. Edward dice stiamo veramente freschi.
Il mondo ricco ha sempre avuto bisogno di un surplus di energia per far girare le proprie città, per rendere possibile qualsiasi spreco. Milioni, miliardi di lucette rosse che da sole per un intero anno sono accese sui nostri elettrodomestici. Oggi mi pare che si preoccupi di "sperare" soprattutto di assicurarsi che le lucette siano perennemente accese.
Salvatore Cuoco
sabato 19 marzo 2011
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