martedì 25 agosto 2009

Vicende RAI

Non ho motivi per non credere a Franceschini quando dichiara che non farà alcuna telefonata per favorire Tizio o Caio da piazzare ai vertici di RAI 3 e al TG3. Così come sono convinto che non la faranno gli altri candidati alla segreteria del PD. Il potere di nomina spetta al cda della RAI e saranno loro in totale autonomia e rispettando i soli criteri di professionalità e competenza, a scegliere chi dovrà ricoprire gli incarichi in questione. Ma oggi il Corriere in prima pagina parla di "Pasticcio del PD sulle nomine a Rai Tre" e sul sito di Repubblica viene riportata un'agenzia che riprende quanto ha dichiarato questa mattina Di Pietro che, secondo quanto ha dichiarato sempre Franceschini a Genova, non va confuso con il nostro vero nemico: Mr B. Si legge che "il temporeggiamento è dovuto all'attesa del congresso del PD, perché se vincesse uno piuttosto che l'altro, la scelta dei portaborse per ricoprire le due poltrone vacanti sarebbe differente." Poi riferisce della falsa indignazione del Pdl dopo che hanno lottizzato fino a due minuti fa con nomine scandalose (una su tutte al TG1 ormai diventato il nuovo Studio Aperto, la bella copia del TG2, perché farla brutta sarebbe troppo). La lottizzazione RAI è argomento stravecchio, mai, dico mai abbiamo avuto la sensazione che quel dirigente o quel direttore anche se bravo (vedi Di Bella) sia stato scelto perché risultava essere la migliore opzione esistente ma solo perché funzionale a quell'area di riferimento o a quell'altra. Hai voglia a spegnere il cellulare e mettere il lucchetto al telefono dello studio.

Quando ero giovane tutto era nelle mani dell"editore di riferimento", (lancio un quiz: chi dette questa definizione di lottizzazione?) la DC. Poi dalla metà degli anni settanta, con l'avanzata del PCI, la seconda rete passa sotto l'influenza dell'opposizione che se la deve comunque spartire con l'astro nascente Craxi. Con la nascita di Rete 3 non più regionale, la riserva indiana viene ufficializzata con Tele Kabul di curziana e guglielmiana memoria. Poi tutto è cambiato affinché niente cambiasse, e si è continuato così fino ad oggi. Grandi proclami volti ad interrompere una odiosa pratica ma niente che poi si traducesse in realtà. Oggi tutti fanno come al solito le verginelle, ma intanto il sospetto prende corpo. Il congresso è prossimo e Di Bella continuerà a dirigere l'ottimo TG3 fino alla conclusione. Poi riconferma o promozione e al suo posto uno più gradito al vincitore dell'assise PD.

Se sul serio si vuole smentire quanti come me hanno forti dubbi, i consiglieri RAI di opposizione chiedano a gran voce, subito, la convocazione del Cd’A, rendano pubblica la trattativa sui nomi e si proceda a fare queste benedette nomine. Se sul serio è Masi il responsabile di tale ritardo si convochi una conferenza stampa e si denunci la pratica dilatoria del D.G. e si abbia il coraggio di denunciare all'autorità tale omissione. Io non riesco a vedere altra strada che questa, ma chiunque ne individui altre si faccia avanti.

Sono convinto che solo così si smentirebbero le voci di lottizzazione del PD sulla terza rete RAI e sul suo TG. Se tutto ciò non sarà fatto e le nomine ci saranno a fine ottobre RAI 3 continuerà a confezionare ottimi prodotti ma ci sarà sempre l'amaro in bocca nel sapere che quello spazio ci viene offerto e garantito in cambio di un sostanziale silenzio su tutte quante le mancate denuncie. Al di la del ruolo nel teatrino che ognuno dovrebbe comunque assicurare. Questo qualche anno fa veniva definito CONSOCIATIVISMO, tutti recitano un ruolo nel pubblico poi nel privato si accordano per avere la propria fetta di potere per poter sistemare i propri uomini nei posti che con tale pratica saprò conquistare. Leggi consigli di amministrazione di municipalizzate, di Enti, di Aziende e chi più ne ha più ne metta e chi più ne ha più ne metta.

Io comprendo che il mancato esercizio del potere ai massimi livelli comporta frustrazione e desiderio di rivalsa ma l'amministrazione della cosa pubblica è altra storia.

Sono cosciente del fatto che gli avversari non si scelgono e ce li ritroviamo al di là dei nostri desideri. Ci piacerebbero tanto dei conservatori con dei valori morali ed etici verso la cosa pubblica altissimi. Ci piacerebbe dividersi sui percorsi e sulle politiche da adottare, per raggiungere obiettivi che riteniamo utili ad un gran numero di persone ma sempre tenendo bene in mente cosa vuol dire amministrare cose non mie o tue ma nostre.

Salvatore Cuoco

martedì 18 agosto 2009

Elemento fondamentale e inscindibile

Non mi permetto di entrare nel merito giuridico, in quanto non sono in possesso delle conoscenze approfondite necessarie a farlo, ma in quanto cittadino devo ritenere che i magistrati abbiano giudicato nel pieno rispetto formale del diritto e delle leggi. I giudici infati applicano e non fann le leggi, almeno nel nostro ordinamento, che non prevede neanche le prerogative del precente tipiche del diritto anglosassone.

Mi permetto però un giudizio di merito e di sostanza.
Tutta la nostra storia sia come Italia che come Europa, è sempre stata intimamente connessa con il Cristianesimo. Lo è stato l'Impero Romano, che ha dovuto confrontarsi e interagire con esso.Basti pensare, solo a titolo di esempio a Nerone e a Costantino, come due visioni antitetiche del cristianesimo, ma enbtrambe fondamentali. Lo è stato il Sacro Romano Impero: Carlo Magno, Federico II, il Medioevo.
Il Cristianesimo ha anche fortemente gestito il Rinascimento e il post Rinascimento. Il termine di confronto dell'Illuminismo, del Positivismo, dell'Idealismo, del Marxismo è stato sempre il Cristianesimo. Fino al Ventennio fascista e ai giorni nostri.
Alla luce di ciò ritengo l'insegnamento della dottrina cristiana elemento fondamentale e inscindibile di qualsiasi corso di studi, al pari della storia, della geografia e delle altre discipline, in quanto elemento fondante e parte integrante del nostro sviluppo culturale e ideologico. Non pertanto una materia facoltativa, che gli alunni possono scegliere di seguire o meno.
Ciò che non condivido invece e su cui sarebbe più opportuno riflettere se si desidera effettuare una seria e costruttiva analisi è il fatto che lo studio del Cristianesimo sia appannaggio esclusivo della Chiesa cattolica e della Conferenza Episcopale.
E' lì a mio avviso il nocciolo del problema. Se invece di gestire l'insegnamento della Religione come fatto esclusivo dei Vescovi, al cui placet sono attualmente sottoposte le nomine degli insegnanti di religione nelle scuole pubbliche, si fosse scelto un insegnamento libero da condizionamenti e mandati dottrinali , avremmo offerto ai nostri ragazzi la possibilità di conoscere e approfondire una materia importantissima che è stata e continua ad essere elemento portante di tutta la cultura occidentale.

Come al solito invece, si preferisce fare demagogia, a scapito della cultura. Il popolo istruito e acculturato spaventa ancora nel XXI secolo.

Giampaolo

Numeri estivi

Due belle notizie per il quartetto lombardo Tremonti-Berlusconi-Bossi-Maroni arrivano da Banca d’Italia e dalla Guardia di Finanza.

La prima, nel rapporto sulle economie regionali, rileva che le richieste di finanziamento da parte delle imprese non hanno mostrato alcun incremento nell’ultimo trimestre 2008 mentre si ha addirittura una flessione nel primo del 2009. In altre parole quando hanno suonato le fanfare dei Tremonti Bond che avrebbero dovuto creare le condizioni affinché le banche si rendessero più partecipative nel finanziare le imprese a tassi meno esosi, abbiamo ascoltato solo ed esclusivamente pura propaganda. Il sospetto che quella liquidità venisse iniettata nel sistema bancario per riordinare solo i conti c’è sempre stata. Forse con il dato di oggi si può parlare di certezza, o comunque il dubbio non solo rimane ma si rafforza. Siamo curiosi di leggere le reazioni del governo di destra centro. Tremonti darà una delle sue piacevolissime lezioni a noi poveri ignoranti (perché ignoriamo) sul metodo usato per tali rilevazioni e chiedere ai vertici di Via Nazionale di modificarli finché non escano dei numeri piacevoli da vedere. Ma nello stesso studio c’è dell’altro. Le note più dolenti infatti sono relative agli extracomunitari. Secondo le rilevazioni di Banca d'Italia, infatti, nel loro caso, a parità di caratteristiche dell'impresa e dell'imprenditore, il costo del credito è superiore di circa 60 punti base a quello per le ditte italiane. Ciò significa che se un debito deve essere restituito, mettiamo, al 6% per una ditta italiana, per una con proprietà di nazionalità extracomunitaria lo stesso debito lo deve restituire al 6,60%. E sempre a proposito di extracomunitari Banca d’Italia, fotografando l’impatto del fenomeno migratorio sul versate dell’offerta di lavoro, (tema tanto caro al buzzurro Borghezio e agli altri poco presentabili Castelli/Calderoli/Zaia) è arrivata alla “rivoluzionaria” conclusione che “non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani», ma ha al contrario evidenziato una «complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne», favorendo maggiore spazi di occupazione. Come si direbbe a Roma “Tiè, mettece ‘na pezza”. Anche per questo aspettiamo le reazioni. Ammesso che ce ne siano. Siamo a metà agosto, l’attenzione è vicina allo zero e forse non agitare le acque può essere la migliore soluzione. In Italia non si leggono i giornali figuriamoci gli studi degli uomini di Draghi.

Fin qui Banca d’Italia. Veniamo alla Guardia di Finanza.

Che si sono messi a studiare questi con il caldo agostano? Nientemeno che l’evasione fiscale. E cosa vanno a scoprire? Che nei primi sette mesi dell'anno sono stati evasi all'estero 3,3 miliardi di euro. Si tratta, sottolineano le Fiamme Gialle, di «valori in linea con i risultati del corrispondente periodo del 2008, che si è chiuso con i risultati più alti di sempre». E mettiamoci un’altra pezza. Fosse che la notizia di un imminente nuovo scudo fiscale con sconti eccezionali abbia contribuito a non fermare il flusso dei capitali verso i paradisi fiscali? E vogliamo scommettere che tutti questi soldi risulteranno all’estero nel periodo previsto dallo scudo?

C’è poco da fare, questo a differenza degli USA, è un paese per vecchi. Vecchie volpi, vecchi furfanti, vecchi furbastri che sanno di poter contare su referenti politici fatti della stessa pasta, assemblati con gli stessi cromosomi.

Salvatore Cuoco

giovedì 13 agosto 2009

Libero Stato con Libere Chiese 2

Vorrei evitare toni da crociata anche se l'attualità ci dice che le crociate non sono mai tramontate. "Bieco illuminismo", "discriminazione per milioni di studenti" sono le espressioni ascoltate e lette in questo caldo agosto. Attenzione non solo da cardinali e pseudo ministre. Anche il democratico Fioroni questa mattina ha detto più o meno le stesse cose. Se non altro ha dichiarato la sua adesione alla decisione di appellarsi dal parte della ministra contro la sentenza del TAR. Liberi di aderire e allo stesso modo di perdere voti. E si, perchè chi si garantisce il sostegno dei cattolici conservatori c'è già. Si chiamano Gasparri, La Russa, Capezzone (SIC), Cicchitto, Bonaiuti. Che faccio continuo? Niente toni da crociata e quindi riflessione pacata sull'argomento del giorno. Lancio una proposta o meglio faccio una domanda al PD (indistinto soggetto politico in cerca di identità): se la sente di rimuovere l'ostacolo e andare ad una modifica dell'art. 7 della Costituzione laddove rimanda al condordato il rapporto Stato/chiesa? Grazie a tale enunciazione ne consegue una privilegio per la chiesa cattolica che poteva avere un senso fino a pochi anni fa. Oggi è assolutamente sotto gli occhi di tutti (tranne di quelli che non vogliono vedere)la sua inadeguatezza. E' cambiata la composizione sociale e a maggior ragione è cambiata la composizione delle classi nelle nostre scuole. Usi, costumi e fedi diverse oggi sono la fotografia di ogni scuola, che ci piaccia o no. Se sul serio si opera per l'inclusione e l'integrazione si cominci dal far vedere quanto siamo indipendenti nelle nostre scelte politiche da condizionamenti di tipo religioso. La sentenza del TAR è solo buon senso, è corrispondenza con la quotidianità vissuta dai nostri figli. Possibile che ne dobbiamo fare ciò che desiderano le gerarchie ecclesiastiche, un'assurda disputa affinchè non si veda più la sostanza della cosa ma solo il grande polverone della polemica credenti contro laici o credenti contro non credenti.
Ministro Gelmini se per fare il ricorso deve usare la formula: "in nome del Popolo Italiano" le chiedo cortesemente di non farlo in mio nome e di aggiungere "tranne Salvatore Cuoco". Non mi sento di far parte di una comunità che da al mondo l'immagine che lei vuole dare. Io credo che le scelte religiose attengono alla sfera privata e compito di uno Stato libero e democratico è quello di garantire a tutti la possibilità di professare la propria fede negli spazi e nei luoghi a questo preposti. Uno Stato laico deve garantire strumenti legislativi non ispirati da condizionamenti religiosi. Deve cioè sforzarzi di fare il miracolo, come per divorzio e interruzione volontaria della gravidanza. Dare strumenti legislativi perchè un fenomeno non degeneri senza badare a far favori a chicchessia. Gli unici favori li deve alla collettività che poi, secondo coscienza, sceglie di avvalersi o meno di quelle norme, Nessuno è obbligato a divorziare o ad abortire eppure sono garantite tutte le condizioni per poter arrivare a scegliere il da farsi. Se è stato possibile prima dovrebbe esserlo a maggior ragione oggi in temi quali procreazione assistita o formazione scolastica.
Mi dispiace constatare l'assoluta contiguità tra l'ex ministro Fioroni (centrosinistra, SIC) e l'attuale ministra Gelmini (destracentro), ma questi sono problemi del PD che spero sappia presto risolvere. A proposito del PD, ma i candidati alla segreteria cosa hanno da dire su questa vicenda? Cosa pensano sia giusto fare: applicare una sentenza o accompagnare Fioroni/Gelmini? Spero di poter leggere parole chiare a breve.


Salvatore Cuoco

Libere Chiese in Libero Stato

La CEI promette ricorsi e punizioni divine a quei giudici che hanno stabilito un principio a mio parere ragionevole, di buon senso. Nessuna prevaricazione, nessuna violenza. Si è solo affermato una cosa ovvia. Non vi può essere disparità tra studenti con uguali diritti e diversi orientamenti religiosi. L'insegnamento della religione, qualunque essa sia, non può, rientrando nella sfera delle scelte individuali, concorrere a formare il voto medio dello studente. E' ovvio il principio e doveva esserlo da quel dì, ma conosciamo l'influenza d'oltretevere sulla nostra classe politica e quindi siamo arrivati con tanto ritardo ad una sentenza che sancisce un principio, lo ripeto, di puro buon senso. Oggi più che mai. Oggi più di ieri in quanto la composizione delle classi dei nostri figli è radicalmente cambiata rispetto a non molti anni fa. Se vuoi diventare avvocato devi conoscere la comparazione del nostro diritto con quello degli altri sistemi e per la religione niente. Un solo verbo. E comunque che la chiesa cattolica si lamenti è nella logica delle parti, ma che un ministro della repubblica che non vede più a capo del nostro ordinamento il papa re, si appresti ad impugnare la sentaenza mi pare a dir poco ridicolo. E' la negazione di un principio da sempre invocato e da sempre disatteso (anche Fioroni ha le sue responsabilità) che recita più o meno così: libera chiesa in libero stato. Che oggi dovrebbe essere trasformato in Libero Stato con Libere Chiese.

Salvatore Cuoco