giovedì 1 ottobre 2009

Considerazioni sullo Scudo Fiscale 2009

In merito allo Scudo Fiscale, edizione 2009, ho poche ma ferme certezze. La prima riguarda il tornaconto politico di Antonio Di Pietro quando indossa la coppola e chiede al Presidente della Repubblica di non promulgare la norma. L'altra riguarda la possibilità che ciò accada: zero. Napolitano non credo possa permettersi uno strappo così forte. Da una parte c'è un governo che gode di un voto popolare seppure senza la maggioranza dei consensi, dall'altra c'è un eletto da un'assemblea se pur rappresentativa di un popolo intero, rimane espressione di quella assemblea. I modi e i toni del Presidente sono tali da essere rappresentativi dell'intero paese, ma questa è un'altra cosa, rientra nella sensibilità dell'uomo. L'ultima certezza la nutro su chi brinderà alla promulgazione: le organizzazioni criminali. Per come è strutturato l'attuale scudo si può dire che non saranno scudabili i proventi di attività criminali, ma alla prova dei fatti ciò sarà possibile. Salvatore Bragantini, collaboratore di lavoce.info, scrive: "Il boccone più prelibato che solo il nostro scudo offre agli evasori, è l'anonimato". Inoltre il nostro ministro Tremonti e il suo staff di esperti hanno di fatto esentato gli intermediari (coloro che concretamente riporteranno nei confini italici i soldi) dall'obbligo di segnalare operazioni di sospetto riciclaggio. Si tenga presente che tale "raccomandazione" è già operativa. Ma quasi nessuna segnalazione è giunta mai sul tavolo dei poveri addetti all'antiriciclaggio presenti in ogni Banca, SIM o Fiduciaria. E' uno stipendio da pagare, punto.
Altra falsa notizia è quella che vede il nostro scudo in linea con quelli di altri stati europei e non. L'aliquota applicabile in Italia è del 5%, molto meno di quanto dovranno versare gli evasori inglesi e americani che saranno obbligati a corrispondere almeno l'imposta evasa (circa dieci volte quello che pagherà l'italico evasore). Bragantini si chiede se il "DNA italiano è forse differente?"
La crisi che stiamo attraversando è dovuta anche alle profondi e crescenti disuguaglianze, che negli USA e in Italia sono particolarmente gravi, lo attesta l'indice di Gini che le misura. Ad andare ad informarsi su tale indice c'è da perdere la testa. Diciamo che prendiamo per buono ciò che studiosi di ogni parte del mondo utilizzano per misurare variabili che danno un volto alla disuguaglianza esistente in una nazione o in una comunità di stati. Prendendo per buone anche le conclusioni di tale "misurazione" non si può che indignarsi di fronte ad una norma che scava un fossato ancora più profondo tra chi paga quanto c'è da pagare in silenzio e chi furbescamente porta all'estero proventi di attività svolte "in nero". Un'attività remunerativa è proprio quella dello spallone.
L'ultima considerazione è relativa allo scopo che si propone il nostro nuovo divo Giulio. Rilanciare l'economia italiana. Il presupposto è che le aziende sono in crisi, il sistema creditizio è latitante, è di ieri la notizia che le due maggiori banche non approfitteranno dei Tremonti Bond (perchè troppo esosi) e quindi quanto rientrerà sarà immesso nel circolo produttivo. La domanda che mi sorge spontanea è: Giulio, ma credi ancora alla Befana o all'asino che vola? Se i fondi scudabili sono rappresentati da Azioni o titoli di debito stranieri, potranno tranquillamente continuare ad esserlo. Nessuno andrà mai a chiedere conto delle somme rientrate. Anche perchè non si saprà a chi andare a fare la domanda.
E' l'Italia di destracentro, bellezza.
Salvatore Cuoco

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