lunedì 5 ottobre 2009

Piazza del Popolo

C'ero anche io in Piazza del Popolo sabato scorso. Anzi, a dir la verità, è stata la prima volta che non sono riuscito ad "entrare" nell'emiciclo. Abbiamo girato intorno salendo la strada che porta al Pincio, con non poche difficoltà siamo riusciti ad arrivare dall'altra parte, passando dietro il palco, ma subito siamo risaliti perchè era impossibile entrare anche dal lato di P.le Flaminio. Insomma la piazza era piena come non l'ho mai vista. Non mi interessa sapere se erano sessantamila, centomila, trecentomila, mi preme raccontare l'atmosfera registrata tra quella moltitudine di persone. Era di grande gioia nel rincontrarsi. Era di consapevolezza che quando serve solo la piazza può essere il valido strumento per lanciare messaggi, per sentire se puoi ancora contare su tanta gente che "parla" come te. Sabato a parer mio è stato un giorno che non va lasciato entrare nell'album di famiglia. Tante immagini che non lasciano il segno. E' stata la testimonianza che di fronte ad un rischio c'è ancora qualcuno che ha voglia di gridare, anzi di affermare con la forza della ragione la sua indignazione. Io sono convinto che in questo paese non sia a rischio la libertà di informazione in sè, ciò che è fortemente a rischio è la libertà dal condizionamento esterno o interno delle redazioni. Sono tante le testate giornalistiche esistenti ed ipotizzarne la scomparsa mi risulta difficile se non irrealistico. Ma pensare ad una stampa omologata e condizionata questo si. Milena Gabanelli che denuncia, dalle colonne del Corriere della Sera, l'impossibilità di trovare un compagnia di assicurazione che garantisca la tutela legale alle inchieste di Report è sintomatico non del fatto che la trasmissione possa essere cancellata dal palinsesto, ma che possa essere "depotenziata" nella sua capacità di mettere in difficoltà il potente di turno con le domande giuste. In un giornale sapere che ciò che scrivi è sgradito al tuo editore deve continuare ad essere possibile e non foriero di licenziamento. Che a fronte di querele non ti ritroverai le spalle coperte dal giornale è fondamentale per svolgere il lavoro con la serenità necessaria. Non sono un grande estimatore di Travaglio e Santoro, come non lo sono di Grillo ultima versione, ma guai a giustificare un intervento che ne limitasse l'espressione.
A proposito. A coloro che non ritengono decisivo il condizionamento della TV nella creazone del consenso politico raccomando una ricerca del Censis del giugno scorso dove si evince che il 69,3% degli elettori si "è informato e ha scelto chi votare attraverso le notizie e i commenti dei TG". Scendendo nel particolare si scopre che i TG che vengono presi in considerazione sono i 7 delle varie reti, ma da soli il TG1 e TG5 coprono oltre il 75% di quel dato. E' come dire che 70 su 100 si informa e sceglie chi votare tramite i telegionali e di questi settanta ben 52 lo fanno vedendo ed ascoltando i due più seguiti TG. Adesso si capisce anche il perchè dell'editoriale scomposto di Minzolini dell'altra sera e perchè il direttore più ossequioso della tv pubblica (prima TG2 poi TG1) verso Mr. B, sia oggi alla direzione del TG5.
Al più presto inserirò le poche foto che sono riuscito a fare. L'angolo visuale non è dei migliori, si vedranno spicchi di p.zza del Popolo ma spero diano l'idea dell'impossibilità di trovare anche un punto strategicamente valido per fare foto efficaci.

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