Da un fatto privato prendo coscienza di un dramma pubblico che è trasparente nei mass media nostrani. Facebook è per definizione il luogo dove puoi incontrare persone perse di vista nelle passete vite. E' allo stesso tempo un cacciatore di dati parasensibili, un luogo dove la maggioranza degli iscritti si diverte a rispondere a milioni di domande per stabilire a che frutto, a che mese, a che stagione, somiglia. Nel rispondere fornisci dati che consentono di tracciare profili di potenziali utilizzatori futuri. Questo è il gioco. Non partecipando a nessun "vediamo a quale fiore somigli" FB resta un carnaio dove trovi di tutto. Tanta futilità, tanto autocompiacimento (di tanto in tanto ci casco ancora) e qualche sorpresa. Il mio amico Enzo, con il quale non mi vedo da qualche anno, risponde ad un mio messaggio nel quale richiedevo aggiornamenti banali, di quelli che si chiedono sempre a chi non vedi da tanto. Come stai? Cosa fai? La famiglia tutto bene? I figli? La risposta per me è stata devastante. Enzo è un laureato in Filosofia, ha due figlie e un lavoro iniziato in Olivetti. A suo tempo mi affascinava l'idea che un'azienda informatica utilizzasse, per creare i propri prodotti, un team di esperti in tutte le discipline, dalle quelle tecniche a quelle umanistiche. Ed Enzo mi sembrava entusiasta del progetto e me ne parlava (tanti anni fa ormai) con passione. Poi sappiamo che il marchio Olivetti è sparito e il suo posto è stao preso nel tempo da diversi attori, fino ad oggi che risulta essere nelle mani di una cosiddetta azienza killer, Omega, che ha il solo scopo di ripianare i bilanci agendo sulle spese dei dipendenti. Ad oggi c'è un provvedimento di licenziamento collettivo per circa 1200 persone (1000/1100 famiglie? 4000 persone?) su 1800 lavoratori. E l'indotto? Quanti saranno? Una carneficina. Da quattro mesi sono senza stipendio e il mio amico è in giro ad occupare sedi, salire sui tetti. Lui così preso dalle figlie, dalla musica e dalle idee. Un mite che mai avrebbe immaginato di dover prendere il megafono e gridare la propria rabbia. Sono molto pochi, anzi sono molto poco "pesanti" quelli che se ne sono interessati: l'Unità, Di Pietro, Anno Zero, il manifesto, il TG3. Oltre chiaramente al sindacato, pardon, alla CGIL. La rete contiene il resto. A tutti voi segnalo il blog attraverso il quale è possibile vedere anche i contributi video su questa storiaccia: http://collettivolavoratorigetronics.blogspot.com/
Ricordate quando i notiziari hanno riportato la notizia di un tizio travestitosi da simil-poliziotto che insieme ad altri vigilanti ha tentato di "liberare" la fabbrica occupata? Poi sono arrivati i veri poliziotti e li hanno scortati fuori evitando di farli linciare. Enzo è parte di questa di storia. Hanno bisogno di tutto, ma soprattutto di visibilità. Hanno bisogno di rompere il muro che impedisce a questa storia di arrivare nei TG che formano l'opinione e sulle prime pagine dei maggiori quotidiani italiani. Ognuno nel suo piccolo può fare la sua parte. Enzo mi chiede di fare la mia. Facciamo ognuno di noi la propria. Per quel che è possibile, ma facciamola.
Salvatore Cuoco
martedì 1 dicembre 2009
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