Domenica e Lunedì si vota.
Si decidono i prossimi consigli regionali, provinciali e comunali. Questo sarebbe vero in una situazione di normalità democratica. Non è così. Domenica e Lunedì bisogna dare un segnale di netta inversione di tendenza rispetto alle ultime consultazioni elettorali. Bisogna, con il nostro voto, dare un segno di reazione al torpore che rischia di soffocare irrimediabilmente questo paese. Ma soprattutto va inviato a colui che si sente un sire, il messaggio che le cose stanno in un modo a lui non congeniale. Che sia visibile, con il voto di domenica e lunedi, il viale del tramonto di un uomo e del suo modo di intendere la vita. Bisogna per questo e per tante altre ragioni andare ad esprimere la nostra distanza dal pensiero dominante di ultima generazione.E poi bisogna per questo e per molto altro ancora far si che alla Regione Lazio entri una brava persona quale è Emma Bonino. Oggi le cose che mi uniscono a lei sono di gran lunga più numerose di quelle che ci hanno sempre diviso. Le sue recenti esperienze in campo internazionale sono garanzia di affidabilità. E poi io so che è persona perbene ed onesta. E' persona che sà e può dire dei no, in primis ai suoi alleati. Può dire dei no ai tanti potentati presenti sul territorio regionale, a cominciare dai palazzinari di ultima generazione che sono cloni dei vecchi. Io so che è persona capace di far intendere a tutti che bisogna versare qualche lacrima e qualche goccia di sangue per raggiungere qualche obiettivo comune. Bene comune, un'espressione diventata desueta, fuori moda. Scegliete chiunque possa a vostro parere accompagnare la Bonino in questa avventura, ma fatelo consapevoli del fatto che mai come questa volta si gioca una partita ben più grande delle dimensioni regionali. Si tratta di sbarrare la strada a quanti in queste elezioni cercano la legittimazione definitiva a poter intendere il consenso come il viatico a qualsiasi stravolgimento dei caratteri fondanti (dimenticati da tempo) di questo paese. Sbarrare la strada a quanti ritengono che il rispetto delle regole sia solo una noiosa ed inutile perdita di tempo. A quanti pensano che vincere le elezioni dia diritto a fare "come ci pare e piace". A quanti conoscono solo la prima persona singolare e hanno dimenticato o non sono mai arrivati a pensare alla prima persona plurale.
Per tutto questo e per tutte le vostre di ragioni andiamo a votare.
Salvatore Cuoco
PS. - Chiedo scusa per questo sermone, mi è venuto spontaneo, senza premeditazione. Ne ho avvertito l'esigenza.
venerdì 26 marzo 2010
lunedì 22 marzo 2010
“Ma mi sta venendo una psicosi o veramente tutte quelle facce che ho visto per video alla manifestazione del berlusca angosciano? Per un motivo o per un altro”.
Ho letto queste parole di un amico su facebook e mi sono tornate in mente quelle, diverse nella forma ma identiche nella sostanza, di un'altra amica due giorni prima.
Allora ripenso alla risposta di un altro amico presente (sì ne ho tanti: splendidi di cuore e di mente) il quale appassionatamente affermava che tutto ciò che di decadente, grottesco, inquietante leggevamo nei rappresentanti della destra italiana, non doveva e non poteva esaurire le critiche severe e intransigenti che dovevamo continuare a rivolgere alla sinistra italiana.
Ricordavamo il bell’intervento di Nichi Vendola del 12 marzo: ma quelle parole erano un inizio? qualcuno le aveva raccolte? dov'era l'elaborazione delle forze politiche di sinistra per un progetto comune e chiaro da offrire ai cittadini?
Aveva ragione lui, convenimmo: se pure la destra mostra segni di basso impero, la sinistra non lancia il cuore oltre l'ostacolo, non ha un progetto condiviso, forte come prospettiva e trasparente come obiettivi e comportamenti conseguenti... e non ha un candidato che rappresenti tutto il centrosinistra capace di integrare il consenso attraverso i programmi”.
Tutto questo mi è tornato in mente oggi, ascoltando un'intervista a Daniel Cohn-Bendit.
"Dany il Rosso" o "Dany il Verde", come lo stampa lo etichetta, con il suo 18% e il 54% della sinistra pluriel, corregge la sua intervistatrice che si congratula con lui per esito delle votazioni dicendo "...non è così la sinistra non ha vinto, perché gli strati più poveri della popolazione non hanno votato e perché è la destra ad aver perso"
E continua “il problema è così: nel 2004 la sinistra ha vinto le regionali, tre anni dopo ha perso le elezioni presidenziali e così succederà di nuovo se non saremo in grado d’immaginare un'altra forma di governare. E' necessaria una piattaforma comune per le prospettive politiche tra verdi e socialisti che oggi non c'è, il problema è che per vincere dobbiamo dare una speranza a questo paese”.
La giornalista poi, delusa che il suo interlocutore non condivide la sua eccitazione per la vittoria, non rinuncia ad una domanda banale e inutile alla luce delle risposte già avute e gli chiede chi vede alla testa delle presidenziali del 2012
“Dany il Rosso” risponde: “non so…” fa una pausa e poi come a riprendere un pensiero precisa “una cosa è sicura: non sarò io”.
Io non conosco abbastanza bene le azioni politiche di Cohn-Bendit e non so se condividerei tutte le sue posizioni però le sue parole mi hanno colpito e ce l’ho messa tutta ma leader di partito in carica che all’indomani di un risultato in crescita oggettiva rispondono con simile lucidità politica e onestà intellettuale non ne ho trovati, salvo Vendola che il centrosinistra non voleva neanche come candidato presidente di regione in Puglia… e credo sia proprio per questo che la piazza lo ha applaudito con tanto calore.
(notazione di colore l’intervista è in italiano)
Ho letto queste parole di un amico su facebook e mi sono tornate in mente quelle, diverse nella forma ma identiche nella sostanza, di un'altra amica due giorni prima.
Allora ripenso alla risposta di un altro amico presente (sì ne ho tanti: splendidi di cuore e di mente) il quale appassionatamente affermava che tutto ciò che di decadente, grottesco, inquietante leggevamo nei rappresentanti della destra italiana, non doveva e non poteva esaurire le critiche severe e intransigenti che dovevamo continuare a rivolgere alla sinistra italiana.
Ricordavamo il bell’intervento di Nichi Vendola del 12 marzo: ma quelle parole erano un inizio? qualcuno le aveva raccolte? dov'era l'elaborazione delle forze politiche di sinistra per un progetto comune e chiaro da offrire ai cittadini?
Aveva ragione lui, convenimmo: se pure la destra mostra segni di basso impero, la sinistra non lancia il cuore oltre l'ostacolo, non ha un progetto condiviso, forte come prospettiva e trasparente come obiettivi e comportamenti conseguenti... e non ha un candidato che rappresenti tutto il centrosinistra capace di integrare il consenso attraverso i programmi”.
Tutto questo mi è tornato in mente oggi, ascoltando un'intervista a Daniel Cohn-Bendit.
"Dany il Rosso" o "Dany il Verde", come lo stampa lo etichetta, con il suo 18% e il 54% della sinistra pluriel, corregge la sua intervistatrice che si congratula con lui per esito delle votazioni dicendo "...non è così la sinistra non ha vinto, perché gli strati più poveri della popolazione non hanno votato e perché è la destra ad aver perso"
E continua “il problema è così: nel 2004 la sinistra ha vinto le regionali, tre anni dopo ha perso le elezioni presidenziali e così succederà di nuovo se non saremo in grado d’immaginare un'altra forma di governare. E' necessaria una piattaforma comune per le prospettive politiche tra verdi e socialisti che oggi non c'è, il problema è che per vincere dobbiamo dare una speranza a questo paese”.
La giornalista poi, delusa che il suo interlocutore non condivide la sua eccitazione per la vittoria, non rinuncia ad una domanda banale e inutile alla luce delle risposte già avute e gli chiede chi vede alla testa delle presidenziali del 2012
“Dany il Rosso” risponde: “non so…” fa una pausa e poi come a riprendere un pensiero precisa “una cosa è sicura: non sarò io”.
Io non conosco abbastanza bene le azioni politiche di Cohn-Bendit e non so se condividerei tutte le sue posizioni però le sue parole mi hanno colpito e ce l’ho messa tutta ma leader di partito in carica che all’indomani di un risultato in crescita oggettiva rispondono con simile lucidità politica e onestà intellettuale non ne ho trovati, salvo Vendola che il centrosinistra non voleva neanche come candidato presidente di regione in Puglia… e credo sia proprio per questo che la piazza lo ha applaudito con tanto calore.
(notazione di colore l’intervista è in italiano)
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