venerdì 14 ottobre 2011

CHI PAGA?







E adesso chi paga? La soppressione di un programma di successo come Parla con me è una perdita secca di risorse in entrata. La chiusura di Passpartout, il mezzo servizio di Fazio, la Gabanelli che solo adesso
sa di avere la tutela
legale, per poter andare in onda senza la museruola, e nel frattempo è passata sul web del Corriere (gran colpo), il passaggio di Ruffini alla concorrenza, adesso la Dandini che approda nel prime time (dalle 21,30 in poi) di La7 dalle prossime domeniche. A tal proposito le polemiche sulla contemporaneità con Riccardo Iacona su RAI3 mi sembra sterile, io credo che prodotti diversi non dovrebbero darsi fastidio. Salvo pensare che i telespettatori della Dandini e quelli di Iacona sono sempre gli stessi. E allora mi verrebbero in mente (non so quanto vera la storia) le corazzate italiane esibite da Mussolini all'alleato tedesco, ignaro che quelle mostrate nei diversi porti erano sempre le stesse corazzate.
Michele Santoro che sbatte la porta per l'impossi
bilità di continuare a realizzare un programma
che si pagava da solo e che portava nelle casse della RAI diversi milioni di €, gli ascolti di RAI2 e del TG1 crollati (grazie Minzolini, le saremo sempre grati). Cosa dobbiamo ancora aspettare? Un valore dell'azienda irrisorio in modo che a qualche "amico" costi poco acquistare il giocattolo? In tempi di crisi profonda, con un governo che traballa e un ministro dell'economia che

oltre le quattro operazioni non sa andare, se riusciamo a pensare di vendere i gioielli di famiglia, perché non ipotizzare anche la messa sul mercato della RAI? Se il prezzo poi è anche conveniente.
Questo governo vuole che i giudici paghino quando sbagliano, giusto, e i manager pubblici che distraggono fette di mercato? E i direttori che rendono il TG della rete ammiraglia
perforabile e perforato?


A quanto ammonta il danno? Mi ripeto, chi paga questa debacle? Ho provato a lasciare queste righe sul sito della RAI. Non è stato possibile. Spero che qualcuno legga e risponda ad uno tra i tanti che regolarmente paga il canone. E lo paga perché lo ritiene giusto, anche quando la maggior parte della programmazione non lo soddisfa affatto, anche quando intravede Minzolini dettare le sue considerazioni su Berlusconi e sui suoi avversari. Perché ritiene semplicemente che se ami la democrazia e sue tante forme di esprimersi devi garantire a tutti il programma preferito. Salvo poi verificare che in RAI ormai non c'è quasi più originalità rispetto al concorrente Mediaset. I format sono gli stessi, chi copia che cosa è difficile stabilirlo. Mai come in questo momento è d'attualità l'acronimo Raiset
Salvatore Cuoco

domenica 5 giugno 2011

La libertà è partecipazione

Oggi la notizia riportata dai quotidiani on line verte su dilemma: sarà Al Gore, Roberto Saviano o Roberto Benigni a fare da testimonial per i referendum di domenica e lunedì prossimi? Mi fa piacere pensare che nomi così “attraenti” possano convincere qualcuno a recarsi al seggio piuttosto che andare a mare. Tanto piove, proprio come oggi. Ma resta il fatto che tutti dovrebbero sentire il bisogno democratico di portare la maggioranza degli aventi diritto ad esprimere il proprio parere. Al di là di cosa si ha intenzione di votare si sente la necessità di affermare un principio base di ogni democrazia: la partecipazione alla vita politica e alle scelte che riguardano tutti noi quando la politica dei partiti non riesce a trovare una sintesi condivisa. Il referendum supplisce a questa mancanza e non dobbiamo sottovalutarlo.

Se sui due quesiti dell'acqua pensiamo che è giusto fare profitti (+7% sull’investimento fatto) perché il servizio poi migliora, andiamo al seggio e votiamo no. Se pensiamo il contrario, perché l’acqua è un bene comune ed è immorale fare profitti su un bene naturale e irrinunciabile, votiamo SI. Se riteniamo giusto che per il solo fatto di essere Presidente del Consiglio o Ministro possa rappresentare un impedimento a recarsi alle udienze, se si è sospettati e poi indagati per aver commesso un reato comune, andiamo al seggio e votiamo no; se pensiamo che tutti sono uguali davanti alla legge, facciamoci questa passeggiata sotto la pioggia, casomai cantando allegramente e votiamo SI. Se non possiamo fare a meno del nucleare e accettiamo di convivere con il rischio, andiamo a dirlo votando no. Se al contrario siamo consapevoli dei rischi e accettiamo di modificare il nostro stile di vita perché a tutto c'è un limite, nel segreto dell'urna votiamo SI all'abrogazione della norma che rende possibile la costruzione di centrali sul nostro territorio. Dove? Non si sa ancora. Insomma non conta come la pensiamo, conta affermare il nostro pensiero. Soprattutto serve sottrarre i referendum a questa logica perversa che conta gli astenuti come voto a favore dello status quo. Il trucco è sommare agli astenuti di sempre quelli del momento. Se i primi sono mediamente il 20/25%, è facile cantar vittoria con solo il 25/30% di astenuti in più, determinando un risultato con un’addizione innaturale, sbagliata nel postulato: si sommano mele e pere. La chiesa cattolica l’ha capito. In occasione dei referendum del divorzio e legge 194 schierandosi apertamente si è resa conto della distanza siderale che c’è tra le gerarchie vaticane e i fedeli “di base”. Quindi per correre ai ripari si è percorsa la strada dell’astensionismo giustificandola con la complessità della materia, quando si è trattato di affrontare la legge 40 sulla fecondazione assistita. Siamo stati truffati di un risultato certo perché gli astenuti totali (le mele e le pere) sono stati più di quelli che si sono recati alle urne (solo pere o mele, a seconda i gusti) . Oggi ci ritroviamo con una legge che chiamare talebana è fargli un complimento. In materia di fecondazione siamo al medioevo oscurantista.

In virtù di tutto questo e per tante altre ragioni io domenica, di buon ora, andrò a votare e mi auguro che tutti, ma proprio tutti, sentano il bisogno di fare ciò che la politica dei partiti non ha saputo o potuto fare.

Buon voto a tutti

Salvatore Cuoco

venerdì 3 giugno 2011

giovedì 7 aprile 2011

Questo è l'elenco dei parlamentari che hanno votato per il passaggio al Tribunale dei Ministri delle note vicende riguardanti il Presidente del Consiglio e le sue serate in quel di Arcore (MI).
Non è una lista di proscrizione, ha il solo scopo di dare un nome e un cognome a tutti coloro credono nella favola di un suo interessamento al solo scopo di non incrinare i rapporti diplomatici con l'allora Presidente egiziano Mubarak, visto che la ragazza marocchina, fermata per furto, si era presentata come sua nipote. Con questo voto comunque questi parlamentari hanno anche definitivamente accertato che l'asino è un animale che vola e che il cammello è in grado di passare attraverso la cruna di un ago (quindi è tutto più facile).

Salvatore Cuoco

Gruppo Popolo della Libertà
Fabrizio Cicchitto, Massimo Enrico Corsaro, Sabatino Aracu, Simone Baldelli, Maurizio Bernardo, Isabella Bertolini, Maurizio Bianconi, Salvatore Cicu, Domenico Di Virgilio, Pietro Laffranco, Osvaldo Napoli, Barbara Saltamartini, Jole Santelli, Gioacchino Alfano, Sabatino Aracu, Maria Teresa Armosino, Filippo Ascierto, Mario Baccini, Lucio Barani, Emerenzio Barbieri, Michaela Biancofiore, Mariella Bocciardo, Giuseppe Calderisi, Remiglio Ceroni, Luigi Cesaro, Gianfranco Conte, Nunzia De Girolamo Nunzia, Giovanni Dima, Renato Farina, Fabio Garagnani, Giorgio Holzmann, Amedeo Laboccetta, Pietro Laffranco, Luigi Lazzari, Beatrice Lorenzin, Giuseppe Francesco Maria Marinello, Marco Marsilio, Bruno Murgia, Antonio Palmieri, Massimo Parisi, Enrico Pianetta, Mauro Pili, Giuseppe Romele, Gianfranco Sammarco, Giuseppe Scalera, Michele Scandroglio, Luigi Vitali. Altri membri: Gian Carlo Abelli, Ignazio Abrignani, Angelino Alfano, Antonio Angelucci, Roberto Antonione, Valentina Aprea, Francesco Aracri, Vincenzo Barba, Viviana Beccalossi, Luca Bellotti, Amato Berardi, Deborah Bergamini, Anna Maria Bernini Bovicelli, Massimo Maria Berruti, Sandro Biasotti, Francesco Biava, Paolo Bonaiuti, Margherita Boniver, Marco Botta, Michela Vittoria Brambilla, Aldo Brancher, Renato Brunetta, Donato Bruno, Annagrazia Calabria, Maria Rosaria Carfagna, Gabriella Carlucci, Luigi Casero, Roberto Cassinelli, Carla Castellani, Giuseppina Castiello, Francesco Catanoso Genoese detto Basilio Catanoso, Giuliano Cazzola, Fiorella Ceccacci Rubino, Elena Centemero, Carlo Ciccioli, Edmondo Cirielli, Francesco Colucci, Manlio Contento, Nicola Cosentino, Giulia Cosenza, Giuseppe Cossiga, Enrico Costa, Stefania Gabriella Anastasia Craxi, Rocco Crimi, Nicolo Cristaldi, Guido Crosetto, Marcello De Angelis, Sabrina De Camillis, Riccardo De Corato, Francesco De Luca, Melania De Nichilo Rizzoli, Maurizio Del Tenno, Giovanni Dell'Elce, Simeone Di Cagno Abbrescia, Marcello Di Caterina, Manuela Di Centa, Ida D'Ippolito Vitale, Antonio Distaso, Monica Faenzi, Giuseppe Fallica, Raffaele Fitto, Gregorio Fontana, Vincenzo Antonio Fontana, Nicola Formichella, Tommaso Foti, Antonino Foti, Pietro Franzoso, Paola Frassinetti, Franco Frattini, Benedetto Francesco Fucci, Giuseppe Galati, Vincenzo Garofalo, Fabio Gava, Mariastella Gelmini, Antonino Salvatore Germanà, Niccolò Ghedini, Agostino Ghiglia, Sestino Giacomoni, Gabriella Giammanco, Vincenzo Gibiino, Alberto Giorgetti, Rocco Girlanda, Francesco Maria Giro, Lella Golfo, Isidoro Gottardo, Ugo Maria Gianfranco Grimaldi, Antonello Iannarilli, Maurizio Iapicca, Giorgio Jannone, Enrico La Loggia, Ignazio La Russa, Giorgio Lainati, Mario Landolfi, Maurizio Leo, Antonio Leone, Ugo Lisi, Pietro Lunardi, Maurizio Lupi, Gennaro Malgieri, Gianni Mancuso, Barbara Mannucci, Alfredo Mantovano, Giulio Marini, Marco Martinelli, Antonio Martino, Antonio Mazzocchi, Riccardo Mazzoni, Giancarlo Mazzuca, Giorgia Meloni, Gianfranco Miccichè, Riccardo Migliori, Lorena Milanato, Marco Mario Milanese, Antonino Minardo, Eugenio Minasso, Giustina Mistrello Destro, Dore Misuraca, Giuseppe Moles, Alessandra Mussolini, Gaetano Nastri, Massimo Nicolucci, Fiamma Nirenstein, Settimo Nizzi, Alessandro Pagano, Maurizio Paniz, Alfonso Papa, Adriano Paroli, Gaetano Pecorella, Paola Pelino, Antonio Pepe, Mario Pescante, Giovanna Petrenga, Guglielmo Picchi, Vincenzo Piso, Giancarlo Pittelli, Sergio Pizzolante, Carmelo Porcu, Stefania Prestigiacomo, Marco Pugliese, Fabio Rampelli, Laura Ravetto, Manuel Repetti, Eugenia Roccella, Paolo Romani, Luciano Rossi, Mariarosaria Rossi, Roberto Rosso, Gianfranco Rotondi, Paolo Russo, Stefano Saglia, Elvira Savino, Souad Sbai, Claudio Scajola, Umberto Scapagnini, Maurizio Scelli, Giorgio Simeoni, Francesco Paolo Sisto, Roberto Speciale, Francesco Stagno D'Alcontres, Lucio Stanca, Giorgio Clelio Stracquadanio, Franco Stradella, Giacomo Terranova, Piero Testoni, Gabriele Toccafondi, Salvatore Torrisi, Roberto Tortoli, Michele Traversa, Giulio Tremonti, Mario Valducci, Valentino Valentini, Paolo Vella, Cosimo Ventucci, Denis Verdini, Santo Domenico Versace, Pasquale Vessa, Raffaello Vignali, Elio Vito, Marco Zacchera.

Gruppo Lega Nord
Marco Giovanni Reguzzoni, Luciano Dussin, Lussana Carolina Montagnoli Alessandro, Fogliato Sebastiano, D'amico Claudio, Angelo Alessandri, Stefano Allasia, Massimo Bitonci, Guido Bonino, Umberto Bossi, Matteo Bragantini, Gianluca Buonanno, Corrado Callegari, Davide Caparini, Davide Cavallotto, Giacomo Chiappori, Silvana Andreina Comaroli, Nunziante Consiglio, Jonny Crosio, Manuela Dal Lago, Marco Desiderati, Gian Carlo Di Vizia, Gianpaolo Dozzo, Guido Dussin, Giovanni Fava, Massimiliano Fedriga, Fulvio Follegot, Gianluca Forcolin, Maurizio Fugatti, Franco Gidoni, Giancarlo Giorgetti, Paola Goisis, Paolo Grimoldi, Eraldo Isidori, Manuela Lanzarin, Marco Maggioni, Francesca Martini, Daniele Molgora, Laura Molteni, Nicola Molteni, Emanuela Munerato, Giovanna Negro, Luca Rodolfo Paolini, Maria Piera Pastore, Gianluca Pini, Ettore Pirovano, Massimo Polledri, Fabio Rainieri, Erica Rivolta, Marco Rondini, Roberto Simonetti, Stefano Stefani, Giacomo Stucchi, Renato Walter Togni, Alberto Torazzi, Pierguido Vanalli, Raffaele Volpi.

Gruppo Iniziativa Responsabile
Luciano Mario Sardelli, Giuseppe Ruvolo, Domenico Scilipoti, Maria Grazia Siliquini, Gerardo Soglia, Maria Elena Stasi, Vincenzo D'anna, Maurizio Grassano, Francesco Pionati, Elio Vittorio Belcastro, Massimo Calearo Ciman, Giampiero Catone, Bruno Cesario, Pippo Gianni, Paolo Guzzanti, Arturo Iannaccone, Giancarlo Lehner, Antonio Milo, Silvano Moffa, Giovanni Carlo Francesco Mottola, Carlo Nola, Andrea Orsini, Mario (Ir) Pepe, Michele Pisacane, Catia Polidori, Americo Porfidia, Antonio Razzi, Francesco Saverio Romano, Vincenzo Taddei, Liberal democratici (Gruppo Misto) Daniela Melchiorre, Italo Tanoni. (Gruppo Misto) Aurelio Salvatore Misiti.

sabato 19 marzo 2011

I miei personali dubbi e le lucette rosse

Perché non riesce a convincermi che le prossime operazioni belliche siano diverse da tutte le precedenti operazioni belliche a cui mi sono opposto. Il motivo della mia opposizione è sempre stato lo stesso: la guerra ce l'ha insegnato: non si risolvono i problemi bombardando. Oggi potremmo trincerarci dietro la presunta intelligenza delle armi. La precisione del chirurgo è assicurata ante, nel post ci sono i drammi degli errori, del fuoco amico e dei morti innocenti.
Chiunque legga queste poche righe mi sappia dare motivi ed argomentazioni per essere soddisfatto delle decisioni prese dall'ONU, poi dalla NATO, così è contento Dalema, dalla UE. Qualcuno mi sa dire quale guerra ha risolto problemi preesistenti? Io, per ignoranza, ho la sensazione che se anche i vincitori scrivono sui loro libri di storia i perché e i per come della guerra, c'è qualcosa che non torna. Le alleanze innaturali del prima si scontano nel dopo. Compromessi di bassissimo profilo sono necessari per gestire il dopo guerra con quanti si siedono intorno al tavolo dei vincitori. Vi ricordate Yalta? Avremmo avuto le dittature dell'America Latina, la tragedia dello stalinismo, se non si fossero seduti personaggi tanto diversi intorno a quel tavolo? Sarà semplicistico ma il dubbio mi viene.

Fin qui arrivava il post scritto nei giorni scorsi e che non ho pubblicato. Oggi oltre alle "buone ragioni" ci sono anche le prime immagini. Dopo pochi anni ancora una guerra in diretta TV. Il video della partenza di un Cruise (ancora loro, dopo battaglie e piazze piene di gente che chiedeva di non istallarli sul nostro territorio) fa da contraltare ad un aereo libico che precipita (si nota anche il pilota che "salta" fuori). I ribelli sono contenti delle decisioni ONU e le famiglie degli occupanti del rimorchiatore italiano sequestrato iniziano la dolorosa attesa per conoscere la sorte dei propri cari. Qualcuno ha scritto che la prima vittima di ogni guerra è la notizia. Ed io di questo ho paura. Qualcun'altro ha fatto notare, con una punta di retorica o di malizia, che i pacifisti "soffrono in silenzio" e Eugenio Scalfari oggi scrive: "Quanto alla negoziazione si può forse rilasciare un salvacondotto al raìs e ai suoi familiari. Se non ci sta, bisogna abbatterlo, ogni altra soluzione è impensabile". Espressioni forti, definitive come il prodotto finale di tutte le guerre, la morte.
A guardare molto lontano dalle mie convinzioni ci sono molti personaggi, tra i più lontani c'è senza alcun dubbio quel furfante e furbo di Vittorio Sgarbi. Poche sere fa, intervistato dalla Bignardi nel suo Invasioni Barbariche, ha espresso un concetto che se lo si leggesse senza sapere chi lo ha scritto, sarebbe condivisibile al 100%
L'idea della punizione per il malandrino e dittatore Gheddafi è funzionale alle corde culturali e storiche degli americani e di tutti coloro hanno tra le opzioni possibili di punizione la pena di morte. Noi no. Noi, eredi di quel tale Beccaria, abbiamo una visione della pena, solo culturale non certamente sostanziale a giudicare dallo stato dei nostri detenuti, riabilitativa. Nessuno storca il naso, riflettete e poi reagite. Quel figlio di puttana di rais è lo stesso con il quale il mondo intero ha fatto affari e noi tra questo mondo siamo in primissima fila. Nel 2008 si sarà pure firmato un trattato vergognoso con l'uomo della tenda a Villa Pamphili, ma negli anni precedenti gli altri hanno intrattenuto con lui come con i tanti dittatori in giro per il mondo, a cominciare da quelli cinesi e russi e finendo con i tanti arabi o africani, ottimi rapporti di amicizia e di scambi commerciali. Lo ricordo solo perché sono consapevole che il Gheddafi di oggi è il figlio di quello di ieri. Poi il baciamani di quell'irresponsabile di Berlusconi ha peggiorato ulteriormente le cose.


In questo momento il Ministro della difesa La Russa sta rispondendo alle domande di Lucia Annunziata e ha chiarito il perché siamo dentro la coalizione: pretendere di avere un ruolo attivo nella gestione dei flussi migratori, conseguenza naturale di questa fase. Quindi il ministro si sta preoccupando di tranquillizzare l'alleato al momento più riottoso ed impaurito, più che altro da questo aspetto, la Lega di quel cafone di Bossi.
Luttwak invece candidamente ammette che si combatte perché si "spera" di scalzare Gheddafi e la sua personale cricca. Capite? Niente di programmato. Io non so quale ruolo giochi questo signore della guerra, qualsiasi essa sia, ma se le cose stanno come Mr. Edward dice stiamo veramente freschi.

Il mondo ricco ha sempre avuto bisogno di un surplus di energia per far girare le proprie città, per rendere possibile qualsiasi spreco. Milioni, miliardi di lucette rosse che da sole per un intero anno sono accese sui nostri elettrodomestici. Oggi mi pare che si preoccupi di "sperare" soprattutto di assicurarsi che le lucette siano perennemente accese.

Salvatore Cuoco

lunedì 21 febbraio 2011

SE NON ORA, QUANDO?

Un copia e incolla dal sito di Micromega.

"Legittima difesa repubblicana contro l'eversione costituzionale"
SE NON ORA, QUANDO? Modesta proposta ai parlamentari delle opposizioni

Un nuovo Cln per liberare l'Italia dal berlusconismo

Il governo Berlusconi, e la sua maggioranza parlamentare obbediente “perinde ac cadaver”, è entrato in un crescendo di eversione che mira apertamente a distruggere i fondamenti della Costituzione repubblicana e perfino un principio onorato da tre secoli: la divisione dei poteri.
Di fronte a questo conclamato progetto di dispotismo proprietario chiediamo alle opposizione (all’Idv che si riunisce domani, al Pd che dell’opposizione è il partito maggiore, ma anche all’Udc e a Fli, che ormai riconoscono l’emergenza democratica che il permanere di Berlusconi al governo configura) di reagire secondo una irrinunciabile e improcrastinabile legittima difesa repubblicana, proclamando solennemente e subito il blocco sistematico e permanente del Parlamento su qualsiasi provvedimento e con tutti i mezzi che la legge e i regolamenti mettono a disposizione, fino alle dimissioni di Berlusconi e conseguenti elezioni anticipate. Se non ora, quando?

Andrea Camilleri
Roberta De Monticelli
Paolo Flores d’Arcais
Dario Fo
Margherita Hack
Franca Rame
Barbara Spinelli
Antonio Tabucchi
Marco Travaglio

ai quali mi aggiungo io: Salvatore Cuoco

lunedì 7 febbraio 2011

Raul, Fernando, Patrizia e Sabatino

Poco prima che scoccasse l'ora della prima serata in TV, mentre guardavamo i titoli di testa della fiction di turno o le imprese sportive della nostra squadra di calcio. Mentre ognuno di noi si apprestava a finire la domenica in modo sereno, nell'insediamento ROM di Via Appia Nuova al civico 803 a Roma, a causa di un tizzone espulso dal braciere che riscaldava la baracca, sono rimasti carbonizzati 4 bambini. Raul, Fernando, Sabatino e Patrizia. Sono nomi che potrebbero coincidere con quelli dei nostri figli, due di loro erano sordomuti. Non hanno sentito le urla dei loro fratelli avvolti nelle fiamme e non hanno potuto farsi sentire da nessuno, sono morti in silenzio magari accovacciati in un angolo con la testa tra le mani e hanno aspettato che toccasse a loro. Terribile, disumano. Il più piccolo aveva 4 anni, il più grande 11 e non gli tocca più vivere. Oggi è il giorno dell'indignazione, delle denunce sui perché, magari la retorica scoverà una foto e la butterà in pasto agli affamati telespettatori. Chissà se la coppia Sposini Venier sui canali RAI, piuttosto di non so chi su quelli Mediaset, dedicheranno qualche minuto a questa tragedia. E chissà se oltre alla generica denuncia, alla solita retorica da quattro lacrime, qualcuno si ricorderà di ricordare (scusate il bisticcio) la campagna elettorale che ha portato Alemanno sulla poltrona di Sindaco di Roma. Sembrava arrivato lo sceriffo senza macchia e senza paura, l'uomo della provvidenza che avrebbe risolti i problemi del degrado e della sicurezza della città in un sol colpo. Chissà se qualcuno si ricorderà del clima che accompagnò quella candidatura. Una temperatura surriscaldata dalle speculazioni su fatti di cronaca che avevano scosso la cittadinanza. Sembrò che l'allora Sindaco fosse il responsabile unico di quanto stesse accadendo di tragico in quel momento. E Alemanno promise di mettere mano a quel degrado e a quella tragedia. Oggi verrebbe di speculare allo stesso modo e gridargli in faccia i nome di questi quattro bambini: Raul 4 anni, Fernando 5 anni, Patrizia 8 anni, Sabatino 11 anni. Se avesse un briciolo di dignità dovrebbe avere il coraggio e dichiarare finita questa parentesi. Non come ha fatto qualche giorno fa mascherando la sua crisi con "il rinnovo della squadra di governo per affrontare la seconda parte della legislatura con maggiore dinamismo e competenze" andando contro il vecchio adagio che recita: squadra che vince non si tocca. Ma ammettendo che una città come Roma con le sue caratteristiche e problematiche è un giocattolo troppo complicato per le sue possibilità. Lui deve continuare con i soldatiti e i cowboy di plastica. Roma merita altro. Non continue e stanche chiacchiere che oggi sfociano nel vizio italiano dello scaricabarile. Sono altri i responsabili, poi si dirà siamo tutti responsabili e quindi nessuno lo è. E Raul, Fernando, Patrizia e Sabatino saranno dimenticati come i tanti che perdono la vita in questi tipi di insediamenti che niente hanno a che fare con condizioni di vita appena decenti. Nessuno potrà mai provare le responsabilità di un sindaco in una tragedia del genere, ma come diceva Pasolini, no ho le prove ma io so chi è il colpevole. Colpevole è il portatore di una cultura che ritiene residuali queste esistenze. Figli di un dio minore ai quali non è concessa cittadinanza e al massimo può andare l'ipocrita cordoglio del momento, in attesa dei prossimi Raul, Fernando, Patrizia e Sabatino.

Salvatore Cuoco