"Caro Presidente,sono un cittadino che segue con costanza e con rispetto le Sue parole e per me Lei è un punto di riferimento costante.Mi permetta però di non essere d'accordo,questa volta,su quanto da Lei scritto alla famiglia di Bettino Craxi.Voglio rammentare a me stesso e a chi legge queste poche righe,che la politica dovrebbe essere la funzione più nobile da esercitare da parte di chi è stato demandato dai cittadini,nei modi previsti dalla Costituzione, alle più alte cariche dello Stato.Utilizzare la funzione che si ricopre e la politica per atti illeciti e gravi,quale è la corruzione,non trova attenuanti ne tantomeno giustificazioni,seppure queste ultime inserite in un particolare momento "storico".Sono passati solo dieci anni dalla morte di Craxi e mi riesce difficile pensare a lui in una dimensione storica.Penso invece che debba essere ascritto alla dimensione della cronaca e della pessima politica,lasciando alle generazioni future ed agli storici veri un giudizio più compiuto". (Lettore_729715)
Questo è quanto scrive un anonimo lettore del Corriere.it a proposito della lettera inviata da Napolitano alla moglie di Craxi in occasione del decennale della morte. E' quella che mi sembra più ragionevole al di là delle facili imprecazioni che possono venire a chi legge quanto è contenuto in quella missiva. Io, pur apprezzando il lavoro che Napolitano sta facendo dal Quirinale, non mi meraviglio affatto di quanto scrive. Lui è stato sempre molto critico nei confronti di tutti coloro, in primis Enrico Berlinguer, avevano un atteggiamento ostile nei confronti del PSI di Craxi. Tutta l'area cosidetta migliorista era sulle sue posizioni. In occasione del referendum sulla scala mobile Napolitano si defilò perchè non era assolutamente d'accordo con i promotori. Non a caso era considerato l'esponente di maggior spicco della "destra" del PCI. Oggi quella chiesa non esiste più, c'è grande confusione sotto il cielo e anche un moderato illuminato come Napolitano trova normale scrivere di Craxi come di un latitante a cui è stata riservata un'attenzione troppo dura da parte dei giudici. Non c'era niente da dire sui danni economici fatti a questo paese per l'allegria di quel periodo nello spendere e spandere una ricchezza non posseduta. Facendo lievitare costi all'inverosimile e cercando il consenso con lo scambio di favori. Queste responsabilità sono di un'intera classe dirigente e su questo concordiamo ma non è chiamando a rispondere tutti che ci si salva. Intanto tu sei stato preso con le mani nella marmellata e inizia a pagare la tua di parte. Confrontati con i giudici e fa i nomi degli altri complici. (Mancanza questa imitata da un tuo carissimo amico, Mr. B) Fa i nomi di tutti. Porta le dovute prove e smonta un sistema che hai se non altro contribuito a creare con la collaborazione di tanti altri. La fuga altrimenti può essere fraitesa, caro Bettino. Io personalmente ti ricordo come il socialista che aveva una sola ossessione: erodere il consenso non ai democristiani, ai repubblicani, ai socialdemocratici o ai liberali ma a coloro che stavano alla tua sinistra. Fossero anche quelli che avevano decretato che l'ombrello NATO era più sicuro di quello sovietico o che la spinta della rivoluzione d'ottobre si era già da tanto tempo esaurita. Che il mercato era il nuovo dio pagano e che la televisione poteva anche essere a colori.
Salvatore Cuoco
martedì 19 gennaio 2010
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