martedì 24 novembre 2009
Stanchezza e dubbi
Dobbiamo rassegnarci. Il nostro Presidente del Consiglio, inquisito in vari procedimenti, alla spasmodica ricerca di norme che lo mettano al riparo dal dover dare spiegazioni nelle sedi opportune, con una concezione dell'esercizio del potere di tipo feudele, non prova vergogna alcuna a usare la popolarità che ha nel peggiore dei modi possibili. C'è un giudice che mi vuole processare? Bene, vado in TV e spiego agli italiani come stanno le cose. Possibilità di domande: zero, possibilità di contraddittorio: zero. Da solo, se la canta e se la suona. Il nostro caro non ha il minimo rispetto per il ruolo che la maggioranza relativa degli italiani gli ha affidato. Delle regole se ne infischia perchè le regole non sono mai state il suo forte. A lui basta un po' di cerone, una telecamera con calza davanti all'obiettivo e il vuoto intorno. E le luci si devono spegnere quando lo dice lui. In quel caso anche la pubblicità deve rispettare le regole che Mr. B detta. Possibile che non si renda conto che stà stancando, che il dubbio si sta insinuando anche nel suo più ferreo sostenitore? Se mi guardo intorno io lo noto, lo avverto. Che cosa è questo, l'estremo tentativo? Lo sapremo presto.
Salvatore Cuoco
Salvatore Cuoco
venerdì 13 novembre 2009
Siamo serviti
Siamo serviti. Finalmente sappiamo come si fanno le riforme. Finalmente ripareremo alle disfunzioni della giustizia. Bisognava pur partire da qualche parte e allora si è scelto di partire dalla durata del processo. Cioè dalla fine.
Carenza di mezzi, tagli alle dotazioni, un'infinità di norme che spesso confliggono e allungano i tempi, sedi fatiscienti, personale ridotto al lumicino, tutto questo e altro ancora è oggi la nostra giustizia e il sig. nessuno (leggi l'inguardabile Gasparri) mette la propria firma in cima alla proposta di legge che stabilisce, retroattivamente, che ogni grado di giudizio non debba durare mai più di 2 anni. Due anni e un giorno e il reato si estingue.
Una persona ragionevole e non condizionata ideologicamente di fronte ad una legge del genere dovrebbe gioire e ritenersi soddifatto del fatto che finalmente sono state risolte tutte le problematiche che fanno della giustizia italiana un mostro senza testa nè coda e festeggiare insieme al sig. nessuno (leggi l'inguardabile Gasparri) finalmente la Riforma. Invece io che sono poco ragioevole e condizionato ideologicamente non riesco proprio a gioire. Chissà perchè vedo del marcio. Vedo della malafede. Sarà senz'altro per il fatto che reputo il sig. nessuno (leggi l'inguardabile Gasparri) una testa senza contenuti, senza alcuna attività elettrica e quindi incapace di pensare, figuriamoci riformare. Perchè inserire in un obbrobrio del genere l'estensione dei suoi effetti ai procedimenti già in corso? Non voglio, prima, risolvere tutti gli altri problemi della giustizia, voglio consolidare l'immagine del governo del fare come tutte le sere l'altro niente che risponde al nome di Bonaiuti si affanna a ripetere al bravo cronista del TG1, TG2, TG4, TG5, Studio Aperto. Bene, fate pure, avete i numeri. Volete iniziare dalla fine, votatevi la vostra "riforma" e chiudiamola lì, ma che bisogno c'era di lasciare margine al sospetto. Che tutto è frutto della scomposta reazione alla bocciatura del Lodo Alfano. Non più sospensione dei processi fino alla fine dell'incarico, voliamo alti. Estinguiamo il reato. Così la Corte Suprema impara a filosofeggiare sull'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e al rispetto che tutti devono portare a quanto scritto sulla Carta fondante di questo Paese.
Quello che accade in questi giorni è anche un amaro risveglio di tutti coloro hanno visto in Fini una scorciatioa utile. E' bastata una cena di un paio d'ore e dal cilindro hanno tirato questo bel coniglio. Chi se ne frega che gli inquirenti, i poliziotti, i carabinieri, qualche volta devono anticipare i soldi per la benzina, devono comprare le risme di carta per le fotocopie o altre amenità del genere. L'importante è che il nostro caro presidente del consiglio dorma sonni tranquilli. Che non si agiti al pensiero di dover rispondere di accuse infamanti per qualsiasi persona perbene. Fossimo il lui faremmo il diavolo in quattro per dimostrare la nostra innocenza. Invece niente. Sempre a cercare espedienti per evitare il giudizio, costi quel che costi. Chi se ne frega della crisi e del modo più efficace per affrontarla. Tanto quella prima o poi passa. Invece un giudice che sentenzia in merito a corruzioni di giudici, si trova sempre. Spuntano come funghi. E allora inventiamoci la riforma delle riforme. Ma partiamo dalla fine. Se non altro è un percorso originale. Così è se vi pare.
Salvatore Cuoco
Carenza di mezzi, tagli alle dotazioni, un'infinità di norme che spesso confliggono e allungano i tempi, sedi fatiscienti, personale ridotto al lumicino, tutto questo e altro ancora è oggi la nostra giustizia e il sig. nessuno (leggi l'inguardabile Gasparri) mette la propria firma in cima alla proposta di legge che stabilisce, retroattivamente, che ogni grado di giudizio non debba durare mai più di 2 anni. Due anni e un giorno e il reato si estingue.
Una persona ragionevole e non condizionata ideologicamente di fronte ad una legge del genere dovrebbe gioire e ritenersi soddifatto del fatto che finalmente sono state risolte tutte le problematiche che fanno della giustizia italiana un mostro senza testa nè coda e festeggiare insieme al sig. nessuno (leggi l'inguardabile Gasparri) finalmente la Riforma. Invece io che sono poco ragioevole e condizionato ideologicamente non riesco proprio a gioire. Chissà perchè vedo del marcio. Vedo della malafede. Sarà senz'altro per il fatto che reputo il sig. nessuno (leggi l'inguardabile Gasparri) una testa senza contenuti, senza alcuna attività elettrica e quindi incapace di pensare, figuriamoci riformare. Perchè inserire in un obbrobrio del genere l'estensione dei suoi effetti ai procedimenti già in corso? Non voglio, prima, risolvere tutti gli altri problemi della giustizia, voglio consolidare l'immagine del governo del fare come tutte le sere l'altro niente che risponde al nome di Bonaiuti si affanna a ripetere al bravo cronista del TG1, TG2, TG4, TG5, Studio Aperto. Bene, fate pure, avete i numeri. Volete iniziare dalla fine, votatevi la vostra "riforma" e chiudiamola lì, ma che bisogno c'era di lasciare margine al sospetto. Che tutto è frutto della scomposta reazione alla bocciatura del Lodo Alfano. Non più sospensione dei processi fino alla fine dell'incarico, voliamo alti. Estinguiamo il reato. Così la Corte Suprema impara a filosofeggiare sull'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e al rispetto che tutti devono portare a quanto scritto sulla Carta fondante di questo Paese.
Quello che accade in questi giorni è anche un amaro risveglio di tutti coloro hanno visto in Fini una scorciatioa utile. E' bastata una cena di un paio d'ore e dal cilindro hanno tirato questo bel coniglio. Chi se ne frega che gli inquirenti, i poliziotti, i carabinieri, qualche volta devono anticipare i soldi per la benzina, devono comprare le risme di carta per le fotocopie o altre amenità del genere. L'importante è che il nostro caro presidente del consiglio dorma sonni tranquilli. Che non si agiti al pensiero di dover rispondere di accuse infamanti per qualsiasi persona perbene. Fossimo il lui faremmo il diavolo in quattro per dimostrare la nostra innocenza. Invece niente. Sempre a cercare espedienti per evitare il giudizio, costi quel che costi. Chi se ne frega della crisi e del modo più efficace per affrontarla. Tanto quella prima o poi passa. Invece un giudice che sentenzia in merito a corruzioni di giudici, si trova sempre. Spuntano come funghi. E allora inventiamoci la riforma delle riforme. Ma partiamo dalla fine. Se non altro è un percorso originale. Così è se vi pare.
Salvatore Cuoco
lunedì 5 ottobre 2009
Piazza del Popolo
C'ero anche io in Piazza del Popolo sabato scorso. Anzi, a dir la verità, è stata la prima volta che non sono riuscito ad "entrare" nell'emiciclo. Abbiamo girato intorno salendo la strada che porta al Pincio, con non poche difficoltà siamo riusciti ad arrivare dall'altra parte, passando dietro il palco, ma subito siamo risaliti perchè era impossibile entrare anche dal lato di P.le Flaminio. Insomma la piazza era piena come non l'ho mai vista. Non mi interessa sapere se erano sessantamila, centomila, trecentomila, mi preme raccontare l'atmosfera registrata tra quella moltitudine di persone. Era di grande gioia nel rincontrarsi. Era di consapevolezza che quando serve solo la piazza può essere il valido strumento per lanciare messaggi, per sentire se puoi ancora contare su tanta gente che "parla" come te. Sabato a parer mio è stato un giorno che non va lasciato entrare nell'album di famiglia. Tante immagini che non lasciano il segno. E' stata la testimonianza che di fronte ad un rischio c'è ancora qualcuno che ha voglia di gridare, anzi di affermare con la forza della ragione la sua indignazione. Io sono convinto che in questo paese non sia a rischio la libertà di informazione in sè, ciò che è fortemente a rischio è la libertà dal condizionamento esterno o interno delle redazioni. Sono tante le testate giornalistiche esistenti ed ipotizzarne la scomparsa mi risulta difficile se non irrealistico. Ma pensare ad una stampa omologata e condizionata questo si. Milena Gabanelli che denuncia, dalle colonne del Corriere della Sera, l'impossibilità di trovare un compagnia di assicurazione che garantisca la tutela legale alle inchieste di Report è sintomatico non del fatto che la trasmissione possa essere cancellata dal palinsesto, ma che possa essere "depotenziata" nella sua capacità di mettere in difficoltà il potente di turno con le domande giuste. In un giornale sapere che ciò che scrivi è sgradito al tuo editore deve continuare ad essere possibile e non foriero di licenziamento. Che a fronte di querele non ti ritroverai le spalle coperte dal giornale è fondamentale per svolgere il lavoro con la serenità necessaria. Non sono un grande estimatore di Travaglio e Santoro, come non lo sono di Grillo ultima versione, ma guai a giustificare un intervento che ne limitasse l'espressione.
A proposito. A coloro che non ritengono decisivo il condizionamento della TV nella creazone del consenso politico raccomando una ricerca del Censis del giugno scorso dove si evince che il 69,3% degli elettori si "è informato e ha scelto chi votare attraverso le notizie e i commenti dei TG". Scendendo nel particolare si scopre che i TG che vengono presi in considerazione sono i 7 delle varie reti, ma da soli il TG1 e TG5 coprono oltre il 75% di quel dato. E' come dire che 70 su 100 si informa e sceglie chi votare tramite i telegionali e di questi settanta ben 52 lo fanno vedendo ed ascoltando i due più seguiti TG. Adesso si capisce anche il perchè dell'editoriale scomposto di Minzolini dell'altra sera e perchè il direttore più ossequioso della tv pubblica (prima TG2 poi TG1) verso Mr. B, sia oggi alla direzione del TG5.
Al più presto inserirò le poche foto che sono riuscito a fare. L'angolo visuale non è dei migliori, si vedranno spicchi di p.zza del Popolo ma spero diano l'idea dell'impossibilità di trovare anche un punto strategicamente valido per fare foto efficaci.
A proposito. A coloro che non ritengono decisivo il condizionamento della TV nella creazone del consenso politico raccomando una ricerca del Censis del giugno scorso dove si evince che il 69,3% degli elettori si "è informato e ha scelto chi votare attraverso le notizie e i commenti dei TG". Scendendo nel particolare si scopre che i TG che vengono presi in considerazione sono i 7 delle varie reti, ma da soli il TG1 e TG5 coprono oltre il 75% di quel dato. E' come dire che 70 su 100 si informa e sceglie chi votare tramite i telegionali e di questi settanta ben 52 lo fanno vedendo ed ascoltando i due più seguiti TG. Adesso si capisce anche il perchè dell'editoriale scomposto di Minzolini dell'altra sera e perchè il direttore più ossequioso della tv pubblica (prima TG2 poi TG1) verso Mr. B, sia oggi alla direzione del TG5.
Al più presto inserirò le poche foto che sono riuscito a fare. L'angolo visuale non è dei migliori, si vedranno spicchi di p.zza del Popolo ma spero diano l'idea dell'impossibilità di trovare anche un punto strategicamente valido per fare foto efficaci.
giovedì 1 ottobre 2009
Considerazioni sullo Scudo Fiscale 2009
In merito allo Scudo Fiscale, edizione 2009, ho poche ma ferme certezze. La prima riguarda il tornaconto politico di Antonio Di Pietro quando indossa la coppola e chiede al Presidente della Repubblica di non promulgare la norma. L'altra riguarda la possibilità che ciò accada: zero. Napolitano non credo possa permettersi uno strappo così forte. Da una parte c'è un governo che gode di un voto popolare seppure senza la maggioranza dei consensi, dall'altra c'è un eletto da un'assemblea se pur rappresentativa di un popolo intero, rimane espressione di quella assemblea. I modi e i toni del Presidente sono tali da essere rappresentativi dell'intero paese, ma questa è un'altra cosa, rientra nella sensibilità dell'uomo. L'ultima certezza la nutro su chi brinderà alla promulgazione: le organizzazioni criminali. Per come è strutturato l'attuale scudo si può dire che non saranno scudabili i proventi di attività criminali, ma alla prova dei fatti ciò sarà possibile. Salvatore Bragantini, collaboratore di lavoce.info, scrive: "Il boccone più prelibato che solo il nostro scudo offre agli evasori, è l'anonimato". Inoltre il nostro ministro Tremonti e il suo staff di esperti hanno di fatto esentato gli intermediari (coloro che concretamente riporteranno nei confini italici i soldi) dall'obbligo di segnalare operazioni di sospetto riciclaggio. Si tenga presente che tale "raccomandazione" è già operativa. Ma quasi nessuna segnalazione è giunta mai sul tavolo dei poveri addetti all'antiriciclaggio presenti in ogni Banca, SIM o Fiduciaria. E' uno stipendio da pagare, punto.
Altra falsa notizia è quella che vede il nostro scudo in linea con quelli di altri stati europei e non. L'aliquota applicabile in Italia è del 5%, molto meno di quanto dovranno versare gli evasori inglesi e americani che saranno obbligati a corrispondere almeno l'imposta evasa (circa dieci volte quello che pagherà l'italico evasore). Bragantini si chiede se il "DNA italiano è forse differente?"
La crisi che stiamo attraversando è dovuta anche alle profondi e crescenti disuguaglianze, che negli USA e in Italia sono particolarmente gravi, lo attesta l'indice di Gini che le misura. Ad andare ad informarsi su tale indice c'è da perdere la testa. Diciamo che prendiamo per buono ciò che studiosi di ogni parte del mondo utilizzano per misurare variabili che danno un volto alla disuguaglianza esistente in una nazione o in una comunità di stati. Prendendo per buone anche le conclusioni di tale "misurazione" non si può che indignarsi di fronte ad una norma che scava un fossato ancora più profondo tra chi paga quanto c'è da pagare in silenzio e chi furbescamente porta all'estero proventi di attività svolte "in nero". Un'attività remunerativa è proprio quella dello spallone.
L'ultima considerazione è relativa allo scopo che si propone il nostro nuovo divo Giulio. Rilanciare l'economia italiana. Il presupposto è che le aziende sono in crisi, il sistema creditizio è latitante, è di ieri la notizia che le due maggiori banche non approfitteranno dei Tremonti Bond (perchè troppo esosi) e quindi quanto rientrerà sarà immesso nel circolo produttivo. La domanda che mi sorge spontanea è: Giulio, ma credi ancora alla Befana o all'asino che vola? Se i fondi scudabili sono rappresentati da Azioni o titoli di debito stranieri, potranno tranquillamente continuare ad esserlo. Nessuno andrà mai a chiedere conto delle somme rientrate. Anche perchè non si saprà a chi andare a fare la domanda.
E' l'Italia di destracentro, bellezza.
Salvatore Cuoco
Altra falsa notizia è quella che vede il nostro scudo in linea con quelli di altri stati europei e non. L'aliquota applicabile in Italia è del 5%, molto meno di quanto dovranno versare gli evasori inglesi e americani che saranno obbligati a corrispondere almeno l'imposta evasa (circa dieci volte quello che pagherà l'italico evasore). Bragantini si chiede se il "DNA italiano è forse differente?"
La crisi che stiamo attraversando è dovuta anche alle profondi e crescenti disuguaglianze, che negli USA e in Italia sono particolarmente gravi, lo attesta l'indice di Gini che le misura. Ad andare ad informarsi su tale indice c'è da perdere la testa. Diciamo che prendiamo per buono ciò che studiosi di ogni parte del mondo utilizzano per misurare variabili che danno un volto alla disuguaglianza esistente in una nazione o in una comunità di stati. Prendendo per buone anche le conclusioni di tale "misurazione" non si può che indignarsi di fronte ad una norma che scava un fossato ancora più profondo tra chi paga quanto c'è da pagare in silenzio e chi furbescamente porta all'estero proventi di attività svolte "in nero". Un'attività remunerativa è proprio quella dello spallone.
L'ultima considerazione è relativa allo scopo che si propone il nostro nuovo divo Giulio. Rilanciare l'economia italiana. Il presupposto è che le aziende sono in crisi, il sistema creditizio è latitante, è di ieri la notizia che le due maggiori banche non approfitteranno dei Tremonti Bond (perchè troppo esosi) e quindi quanto rientrerà sarà immesso nel circolo produttivo. La domanda che mi sorge spontanea è: Giulio, ma credi ancora alla Befana o all'asino che vola? Se i fondi scudabili sono rappresentati da Azioni o titoli di debito stranieri, potranno tranquillamente continuare ad esserlo. Nessuno andrà mai a chiedere conto delle somme rientrate. Anche perchè non si saprà a chi andare a fare la domanda.
E' l'Italia di destracentro, bellezza.
Salvatore Cuoco
venerdì 18 settembre 2009
La libertà di espressione in piazza
Dopo l'opportuna sospensione, la manifestazione per le libertà di espressione e di stampa è stata rinviata a sabato 3 ottobre. La piazza in cui si terrà la manifestazione sarà comunicata al più presto, mentre per l'orario si prevede che dalle 16,00 sarà posticipato tra le 18,30 e le 19,00.
Come ha dichiarato il segretario della FNSI, Franco Siddi: "La manifestazione non si archivia, perché i problemi non sono archiviati".
P.S. Non mi meraviglia la posizione dei radicali su questo tema. Ad andar d'accordo con loro presuppone primo: essere radicali, e fin qui ci possiamo anche arrivare; secondo: avere le stesse idee di Pannella. Altrimenti sei un partitocratico. E questo è molto meno probabile.
Salvatore Cuoco
Come ha dichiarato il segretario della FNSI, Franco Siddi: "La manifestazione non si archivia, perché i problemi non sono archiviati".
P.S. Non mi meraviglia la posizione dei radicali su questo tema. Ad andar d'accordo con loro presuppone primo: essere radicali, e fin qui ci possiamo anche arrivare; secondo: avere le stesse idee di Pannella. Altrimenti sei un partitocratico. E questo è molto meno probabile.
Salvatore Cuoco
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mercoledì 16 settembre 2009
Il 19 io ci sarò. E tu?
Il bolg Megaride attraverso il suo unico amministratore e curatore invita tutti coloro i quali si affacciano su queste pagine a partecipare alla manifestazione che si terrà sabato 19 settembre a Roma in piazza del Popolo in difesa della libertà di informazione.
Gli ultimi avvenimenti hanno fatto sì che tutti quelli che hanno a cuore la libertà di poter manifestare il proprio punto di vista senza per questo essere messi all'indice come disfattisti e antipatriottici. Sia che si chiamino Fini, sia che si chiamino Travaglio.
Sia che ci si induca a spostare per fantomatici "problemi tecnici" il proprio programma sia che di sana pianta il programma venga oscurato, per dovere di reverenza, da parte dei solerti e ubbidienti dirigenti RAI.
Roma, Piazza del Popolo - 19 settebre 2009 - ore 16,30
Gli ultimi avvenimenti hanno fatto sì che tutti quelli che hanno a cuore la libertà di poter manifestare il proprio punto di vista senza per questo essere messi all'indice come disfattisti e antipatriottici. Sia che si chiamino Fini, sia che si chiamino Travaglio.
Sia che ci si induca a spostare per fantomatici "problemi tecnici" il proprio programma sia che di sana pianta il programma venga oscurato, per dovere di reverenza, da parte dei solerti e ubbidienti dirigenti RAI.
Roma, Piazza del Popolo - 19 settebre 2009 - ore 16,30
sabato 12 settembre 2009
A quando?
«Lavorare assieme a Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini?» gli chiedono. «Questo si vedrà...» risponde Rutelli. (corriere.it 12.09.09)
Speriamo che sciolga presto la riserva. Il centrosinistra non vede l'ora.
Quello che so oggi è che se avesse saputo unire non tanto le forze ma il popolo che vota, forse Roma non si ritroverebbe il sig. nessuno Alemanno sindaco. E visto che quelli che si recano alle urne lo hanno indotto a guardare altrove, aspettiamo tutti trepidanti di sapere cosa "vedrà" Ciccio Rutelli per il suo futuro. Eh si, perché è ben chiaro che non si sta parlando del futuro del Paese.
Salvatore Cuoco
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