Siamo serviti. Finalmente sappiamo come si fanno le riforme. Finalmente ripareremo alle disfunzioni della giustizia. Bisognava pur partire da qualche parte e allora si è scelto di partire dalla durata del processo. Cioè dalla fine.
Carenza di mezzi, tagli alle dotazioni, un'infinità di norme che spesso confliggono e allungano i tempi, sedi fatiscienti, personale ridotto al lumicino, tutto questo e altro ancora è oggi la nostra giustizia e il sig. nessuno (leggi l'inguardabile Gasparri) mette la propria firma in cima alla proposta di legge che stabilisce,
retroattivamente, che ogni grado di giudizio non debba durare mai più di 2 anni. Due anni e un giorno e il reato si estingue.
Una persona ragionevole e non condizionata ideologicamente di fronte ad una legge del genere dovrebbe gioire e ritenersi soddifatto del fatto che finalmente sono state risolte tutte le problematiche che fanno della giustizia italiana un mostro senza testa nè coda e festeggiare insieme al sig. nessuno (leggi l'inguardabile Gasparri) finalmente la Riforma. Invece io che sono poco ragioevole e condizionato ideologicamente non riesco proprio a gioire. Chissà perchè vedo del marcio. Vedo della malafede. Sarà senz'altro per il fatto che reputo il sig. nessuno (leggi l'inguardabile Gasparri) una testa senza contenuti, senza alcuna attività elettrica e quindi incapace di pensare, figuriamoci riformare. Perchè inserire in un obbrobrio del genere l'estensione dei suoi effetti ai procedimenti già in corso? Non voglio, prima, risolvere tutti gli altri problemi della giustizia, voglio consolidare l'immagine del governo del fare come tutte le sere l'altro niente che risponde al nome di Bonaiuti si affanna a ripetere al bravo cronista del TG1, TG2, TG4, TG5, Studio Aperto. Bene, fate pure, avete i numeri. Volete iniziare dalla fine, votatevi la vostra "riforma" e chiudiamola lì, ma che bisogno c'era di lasciare margine al sospetto. Che tutto è frutto della scomposta reazione alla bocciatura del Lodo Alfano. Non più sospensione dei processi fino alla fine dell'incarico, voliamo alti. Estinguiamo il reato. Così la Corte Suprema impara a filosofeggiare sull'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e al rispetto che tutti devono portare a quanto scritto sulla Carta fondante di questo Paese.
Quello che accade in questi giorni è anche un amaro risveglio di tutti coloro hanno visto in Fini una scorciatioa utile. E' bastata una cena di un paio d'ore e dal cilindro hanno tirato questo bel coniglio. Chi se ne frega che gli inquirenti, i poliziotti, i carabinieri, qualche volta devono anticipare i soldi per la benzina, devono comprare le risme di carta per le fotocopie o altre amenità del genere. L'importante è che il nostro caro presidente del consiglio dorma sonni tranquilli. Che non si agiti al pensiero di dover rispondere di accuse infamanti per qualsiasi persona perbene. Fossimo il lui faremmo il diavolo in quattro per dimostrare la nostra innocenza. Invece niente. Sempre a cercare espedienti per evitare il giudizio, costi quel che costi. Chi se ne frega della crisi e del modo più efficace per affrontarla. Tanto quella prima o poi passa. Invece un giudice che sentenzia in merito a corruzioni di giudici, si trova sempre. Spuntano come funghi. E allora inventiamoci la riforma delle riforme. Ma partiamo dalla fine. Se non altro è un percorso originale. Così è se vi pare.
Salvatore Cuoco