Una folla di pensieri si accavallano in merito alle ultime vicende politiche di questo strano paese. Un ministro della giustizia viene scritto nel registro degli indagati e la moglie di quest'ultimo posta agli arresti domiciliari, per quanto emerge da intercettazioni telefoniche. La pubblicazione dei contenuti scatena da parte del ministro un'attacco al magistrato inquirente seconda solo a quelle storiche di Berlusconi contro la "magistratura al servizio dei comunisti". Chiede a gran voce la solidarietà della maggioranza e l'approvazione in toto del suo intervento al Parlamento. E quando si dice in toto si intende sia la parte relativa alla sua funzione istituzionale: lo stato della giustizia in Italia, che quella relativa alla sfera privata volta a trovare appoggi nel dare addosso al magistrato di S.M. Capua Vetere. L'insoddisfazione per la solidarietà manifestata, troppo debole e "di facciata" spinge il ministro nella qualità anche di leader del partito di centro UDEUR a preannunciare l'uscita del suo gruppo dalla maggioranza. Il Presidende del Consiglio decide di "parlamentarizzare" la crisi che di fatto si apre chiedendo a deputati e senatori un voto di fiducia sull'operato del suo governo nei circa 20 mesi di attività. A me pare un atteggiamento a dir poco dovuto. La Camera vota la fiducia in quanto i voti dei duputati dell'UDEUR non sono determinanti, al Senato, dove tali voti sono più che indispensabili, si verificano alcuni fatti sui quali qualche riflessione va fatta. Un senatore eletto nelle liste del partito/persona UDEUR dichiara di voler "in assoluta solitudine" concedere la fiducia. Sputi, grida, urla e svenimenti. Accusa di voto scambio per l'assunzione del suo assistente da parte di non ho capito bene chi. Non so se la "checca squallida" che si è preso da un suo collega avesse qualche relazione con questo retroscena questo si squallido.
Sta di fatto che a quel punto anche le truppe di Dini si smarcano dalla maggiornza. Questi, di cui non ricordo come si sono definiti nel creare il nuovo partito (mi pare liberali e democratici), sono in tre. Uno vota contro, uno si astiene e l'altro vota a favore.
Il troskista Turigliatto proprio non ce la fa a non sfiduciare il governo.
E così alla conta 156 votano la fiducia e 161 no. Prodi si dimette ed è crisi, l'ennesima della nostra storia repubblicana.
Una prima domada: la fiducia alla Camera a cosa è servita? Sò che quanto è avvenuto al Senato pone "un problema politico", non ci si può nascondere dietro ai formalismi istituzionali. Eppure la Camera viene composta dal voto di un numero maggiore di elettori di quelli che vanno a comporre il Senato; lo scarto tra fiducianti e sfiducianti al Senato è di 5 mentre alla Camera è di qualche decina di onorevoli.
Sta di fatto che iniziano le consultazioni del Presidente della Repubblica e da subito FI si smarca dal tentativo di Veltroni di riformare la legge elettorale "porcellum" e chiede a gran voce le elezioni anticipate, preannunciando ne caso non vengano indette, la marcia su Roma di milioni e milioni di italiani. Ma come? E l'accordo con Veltroni?
Dal canto suo il leader di Alleanza Nazionale Fini, che ha raccolto le firme per il referendum abrogativo proprio della legge elettorale "porcellum" che aveva a suo tempo votato in Parlamento, si accoda nella richiesta a Berlusconi. E le firme per il referendum? E il voto favorevole alla legge che poi si vuole abrogare? Boh, chi ci capisce è bravo. Quando si dice la coerenza.
L'UDC di Casini si avvia a chiedere un governo di "garanzia" che approvi solo la riforma poi si va al voto con le nuove regole, o almeno si reintroduca il voto di preferenza altrimenti: al voto, al voto subito. Ricorda l'On. Casini perchè vennero abolite le preferenze? Se no, potrebbe chiederlo all'On. Cuffaro il motivo che spinse la maggioranza degli italiani a votare l'abrogazione delle preferenze. Certo il rimedio trovato (le segreterie che decidono le c.d. liste bloccate) non è il massimo.
(segue)
venerdì 25 gennaio 2008
giovedì 17 gennaio 2008
Un altro giorno poco felice
Per fortuna siamo in un paese che tutti i giorni da la possibilità di riflettere e commentare fatti di natura sempre diversa. Ieri si scriveva di libertà e tolleranza negata anche a chi la pensa in maniera diversa da noi, oggi si commenta la coppia Mastella-Lonardo e i problemi legati alla loro azione nel beneventano e più in generale in Campania. Ieri quasi tutti a manifestare solidarietà al ex Ministro della Giustizia, pochi a chiedere di tenere separati i problemi umani da quelli politici e giudiziari.
L'operato della magistratura non si attacca sia che il destinatario si chiami Berlusconi sia che si tratti di un ministro (della Giustizia) di un governo di centro-sinistra (io continuo a mettere il trattino). Con l'atteggiamento di ieri, simele a quello di FI, non si va da nessuna parte. Ci si confondono le idee. Mastella avrà modo di dimostrare la sua estranietà nelle sedi opportune, lasciando ai giudici la serenità a poter svolgere il loro prezioso ruolo in assoluta libertà e liberi da tutti i condizionamente e le delegittimazioni politiche. Come è avvenuto fino a pochi mesi fa da parte del governo di centrodestra (il trattino continuo a non metterlo).
A leggere gli stralci delle intercettazioni (guai a limitarne l'utilizzo) mi chiedo: ma cosa ho da spartire con persone che si esprimono in quel modo a proposito della loro attività pubblica? Perchè mi devo sentire complice di amministratori che guardano all'impegno politico come viatico per l'arricchimento personale o per il perdurare del loro potere il più a lungo possibile, anzi per sempre? Anche per via ereditaria. Mastella e la signora Lonardo si facessero da parte, accettassero l'azione dei magistrati e avessero modo di difendersi nei modi previsti dalle norme vigenti.
La classe politica evitasse l'opera di sciacallaggio e facesse sentire ai magistrati di S. Maria Capua Vetere tutto il proprio sostegno.
Salvatore
L'operato della magistratura non si attacca sia che il destinatario si chiami Berlusconi sia che si tratti di un ministro (della Giustizia) di un governo di centro-sinistra (io continuo a mettere il trattino). Con l'atteggiamento di ieri, simele a quello di FI, non si va da nessuna parte. Ci si confondono le idee. Mastella avrà modo di dimostrare la sua estranietà nelle sedi opportune, lasciando ai giudici la serenità a poter svolgere il loro prezioso ruolo in assoluta libertà e liberi da tutti i condizionamente e le delegittimazioni politiche. Come è avvenuto fino a pochi mesi fa da parte del governo di centrodestra (il trattino continuo a non metterlo).
A leggere gli stralci delle intercettazioni (guai a limitarne l'utilizzo) mi chiedo: ma cosa ho da spartire con persone che si esprimono in quel modo a proposito della loro attività pubblica? Perchè mi devo sentire complice di amministratori che guardano all'impegno politico come viatico per l'arricchimento personale o per il perdurare del loro potere il più a lungo possibile, anzi per sempre? Anche per via ereditaria. Mastella e la signora Lonardo si facessero da parte, accettassero l'azione dei magistrati e avessero modo di difendersi nei modi previsti dalle norme vigenti.
La classe politica evitasse l'opera di sciacallaggio e facesse sentire ai magistrati di S. Maria Capua Vetere tutto il proprio sostegno.
Salvatore
mercoledì 16 gennaio 2008
Un giorno poco felice
Il papa ha deciso di non presentarsi ai cancelli della Sapienza perchè non vuole essere strumento nelle mani di chi vuole trasformare l'inaugurazione dell'anno accademico della più grande università italiana, in occasione di scontri e chissà anche di paventate violenze. Quindi il ruolo del responsabile padre di famiglia l'ha vestito il vescovo di Roma.
Sono ateo e laico ma non riesco a gioire per questo epilogo, come fanno tutti i difensori della "laicità", quelli che hanno indotto Ratzinger a fare una scelta del genere e che oggi festeggiano per essere riusciti nell'impresa.
Basta sfogliare i giornali o visitare i siti internet di news per capire quale vero risultato hanno ottenuto i guardiani della ragione e della laicità. Hanno fatto in modo che Ruini chiamasse a raccolta il popolo di Roma in piazza S. Pietro per esprimere la solidarietà al papa, ma soprattutto perchè siano chiari i rapporti di forza in questo paese.
Il capo della chiesa cattolica doveva essere messo in condizione di partecipare e di esprimere, da quel pulpito aperto a tutti, le sue posizioni e quelle della chiesa cattolica. Chi avesse avuto argomenti da contrapporre avrebbe avuto modi e tempi per esprimerli. So che la lotta è impari. Lo spazio dedicato al papa dai media è di gran lunga maggiore di quello concesso ai suoi interlocutori. So che confrontarsi con il papa è praticamente impossibile, quindi è risultato più redditizio inscenare la pantomima della protesta dei professori della Sapienza. Sono convinto che quanto è accaduto ha a che fare più con il protagonismo della chiesa negli ultimi anni che con la condanna a Galileo Galilei. Eppure non posso fare a meno di constatare che lo spazio oggi è tutto per Ratzinger e tutti, ma proprio tutti i commentatori, a condannare l'accaduto per lesa maestà. E' mia convinzione che l'Università è luogo di confronto e di ricerca e tale avrebbe dovuto essere anche in questa occasione. Non aver permesso a chi che sia di esprimersi è un atto di intolleranza inammissibile e dannosa. Inammissibile perchè la ragione dell'altro e la possibilità che questi possa esprimerla è il sale della democrazia, dannosa ai tanti laici che vedono in questa opzione la forza delle proprie convinzioni. Avrei pagato per non leggere quanto ha scritto Ernesto Galli della Loggia sul Corriere. Avergli dato questa possibiltà è responsabilità di quanti sono caduti nella trappola. Oggi i laici sono sul banco degli imputati e chi non ammette il confronto in occasione del referendum sulle staminali (scusate la banalizzazione) si veste e viene vestito con i panni della vittima dell'intolleranza.
Cardinal Ruini, vescovo ausiliario di Roma Fisichella oggi vi è stato servito un assist che sfrutterete nel migliore dei modi e va bene così, ma primo poi cresceremo e diveteremo adulti e sapremo confrontarci con la forza della ragione e delle idee in tutte le sedi in cui ciò è possibile.
Salvatore
Sono ateo e laico ma non riesco a gioire per questo epilogo, come fanno tutti i difensori della "laicità", quelli che hanno indotto Ratzinger a fare una scelta del genere e che oggi festeggiano per essere riusciti nell'impresa.
Basta sfogliare i giornali o visitare i siti internet di news per capire quale vero risultato hanno ottenuto i guardiani della ragione e della laicità. Hanno fatto in modo che Ruini chiamasse a raccolta il popolo di Roma in piazza S. Pietro per esprimere la solidarietà al papa, ma soprattutto perchè siano chiari i rapporti di forza in questo paese.
Il capo della chiesa cattolica doveva essere messo in condizione di partecipare e di esprimere, da quel pulpito aperto a tutti, le sue posizioni e quelle della chiesa cattolica. Chi avesse avuto argomenti da contrapporre avrebbe avuto modi e tempi per esprimerli. So che la lotta è impari. Lo spazio dedicato al papa dai media è di gran lunga maggiore di quello concesso ai suoi interlocutori. So che confrontarsi con il papa è praticamente impossibile, quindi è risultato più redditizio inscenare la pantomima della protesta dei professori della Sapienza. Sono convinto che quanto è accaduto ha a che fare più con il protagonismo della chiesa negli ultimi anni che con la condanna a Galileo Galilei. Eppure non posso fare a meno di constatare che lo spazio oggi è tutto per Ratzinger e tutti, ma proprio tutti i commentatori, a condannare l'accaduto per lesa maestà. E' mia convinzione che l'Università è luogo di confronto e di ricerca e tale avrebbe dovuto essere anche in questa occasione. Non aver permesso a chi che sia di esprimersi è un atto di intolleranza inammissibile e dannosa. Inammissibile perchè la ragione dell'altro e la possibilità che questi possa esprimerla è il sale della democrazia, dannosa ai tanti laici che vedono in questa opzione la forza delle proprie convinzioni. Avrei pagato per non leggere quanto ha scritto Ernesto Galli della Loggia sul Corriere. Avergli dato questa possibiltà è responsabilità di quanti sono caduti nella trappola. Oggi i laici sono sul banco degli imputati e chi non ammette il confronto in occasione del referendum sulle staminali (scusate la banalizzazione) si veste e viene vestito con i panni della vittima dell'intolleranza.
Cardinal Ruini, vescovo ausiliario di Roma Fisichella oggi vi è stato servito un assist che sfrutterete nel migliore dei modi e va bene così, ma primo poi cresceremo e diveteremo adulti e sapremo confrontarci con la forza della ragione e delle idee in tutte le sedi in cui ciò è possibile.
Salvatore
venerdì 11 gennaio 2008
La buona TV
Ieri sera, di ritorno dalla consueta partitella di calciotto, ho acceso la TV per accompagnare la mia cena. Quanto veniva proposto mi faceva interessare solo a quello che mangiavo. Poi mi sono soffermato su La7, un volto conosciuto altrove mi ha incuriosito. Dove ho già visto questa faccia? La memoria, messa a dura prova oltre che dalla stanchezza anche dall'ora, non mi aiutava. Sono stato distratto da quanto accadeva in quel luogo. Si parlava di cronaca con l'aiuto di video e foto e lo si faceva con il giornalista al centro di un palco e il pubblico disposto tutto intorno. Insomma l'inchiesta giornalistica portata in teatro. L'effetto mi è sembrato piacevole e interessante. Chi fosse quella faccia conosciuta non mi interessava più, l'oggetto del programma un triplice delitto avvenuto nel bresciano nell'estate del 2006. Gli intrecci che gli inquirenti hanno trovato portano a Trapani. Il giornalista/attore con uno stile simile a Paolini forniva dati e circostanze. A completamento interviste con gli inquirenti e con i sospettati o inquisiti.
La7 si conferma come l'emittente capace di proporre le cose più interessanti del panirama televisivo. Peccato per i numeri dell'auditel che non rendono giustizia alla alta qualità.
I titoli di coda mi hanno colto di sorpresa. Chi è la voce narrante?
Internet mi aiuterà. Smanetto il tanto che basta per apprendere che si tratta di MALPELO scritto e condotto da Alessandro Sortino (Le Jene. Ecco dove ho visto quel viso). Prodotto da Magnolia. Francesca Biagiotti è la co-autrice.
Cercatelo, ne vale la pena.
Salvatore
La7 si conferma come l'emittente capace di proporre le cose più interessanti del panirama televisivo. Peccato per i numeri dell'auditel che non rendono giustizia alla alta qualità.
I titoli di coda mi hanno colto di sorpresa. Chi è la voce narrante?
Internet mi aiuterà. Smanetto il tanto che basta per apprendere che si tratta di MALPELO scritto e condotto da Alessandro Sortino (Le Jene. Ecco dove ho visto quel viso). Prodotto da Magnolia. Francesca Biagiotti è la co-autrice.
Cercatelo, ne vale la pena.
Salvatore
giovedì 10 gennaio 2008
Perchè un Blog
E' lecito chiedersi perchè l'ennesimo blog e perchè E-dition.
Le risposte cercherò di darle nel minor spazio possibile ma nel modo più esaustivo di cui sono capace.
Perchè il blog?
Per il motivo più semplice e più banale: perchè è facile ed è accessibile a tutti. Anche a quelli che hanno poca dimestichezza con l'informatica, come me. Perchè non prevede altri filtri se non quelli che si impone chi vuol apportare un suo contributo. Fatta eccezione per le offese gratuite e il turpiloquio (la volgarità non l'ho mai sopportata), ogni idea, pensiero, riflessione su un determinato argomento è ben accolto.
Adesso il titolo. Perchè "E-dition"? Intanto perchè mi piace, poi perchè l'E-lettronica è la naturale madre di questo strumento e -dition solo perchè legato alla E significa Edizione. Si, perchè l'ambizione vorrebbe far diventare tutto il materiale pubblicabile, in forma elettronica.
E' troppo? Spero di no.
Di temi su cui discutere il mondo in cui viviamo ne offre una quantità immane. Io mi auguro solo che non siano grida, che non siano chiacchericci, che non ci si becchi come i polli di Renzo per poi comunque finere al fuoco. La democrazia è un concetto che merita rispetto e lucidità.
Lo spirito guida di questa avventura è nella famosa affermazione di Voltaire: "Non sono daccordo con quello che dici, ma mi farei uccidere perchè tu possa avere la libertà di poter sempre esprimere la tua idea". Forse non è la riproposizione fedele ma è certamente quello che rappresenta meglio ciò che penso.
Su cosa mi farebbe piacere si sviluppasse una discussione tra i tanti temi possibili.
Sono di Napoli e quindi quanto accade in questi giorni mi ferisce e mi indigna. Vorrei parlarne però con freddezza e distacco. Oggi (10 gen. 2008 ndr) sul Corriere della Sera l'ottimo Gian Antonio Stella riporta quanto scritto da personaggi come la napoletana Matilde Serao 120 anni fa, gli scrittori Charles Dickens e Mark Twain che in epoche diverse descrivono Napoli con espressioni poco lusinghiere. Ma anche di quanto di straodinario percepito da Stendhal (...la città più bella dell'universo) e da Goethe. Ed a proposito della mia gente rimango grato a Marcello Mastroianni per aver dichiarato durante una intervista, non rilasciata a Napoli, a proposito di cosa si augurasse per il futuro: un mondo fatto solo di napoletani. Poi penso alla classe dirigente (politici, imprenditori, mondo delle professioni, sindacati) e mi assale lo sconforto. Li avverto come gente non in grado di guardare oltre il proprio naso. Con l'occhio puntato solo sull'immediato vantaggio possibile per se stessi. Vantaggio non necessariamente economico. Io non credo che Bassolino o Russo Iervolino siano ladri, ma da loro vorrei la risposta che chiede Ermanno Rea: perchè questo ritardo?
La mano mi sta prendendo e rischio di approfittare della pazienza del lettore. Se le origini mi portano a Napoli la mente mi fa porre domende su domande sul PD. Il Partito Democratico. Che cosa è? Perchè? Chi rappresenta? Quali e quanti ricatti può porre la Binetti ai laici e i laici quali e quanti ricatti possono porre alla Binetti? Insomma ciò che viene presentata come una peculiarità originale del variegato mondo che forma il PD non rischia di essere l'elemento frenante. Dove le differenze non arricchiscono il neo DNA di questa formazione ma ne rallentino (a voler essere ottimisti) la presunta forza riformatrice.
Adesso basta. Vediamo cosa succede con questi due spunti. Come vengono accolti dai potenziali milioni di visitatori. Per il momento vi saluto e a presto leggervi.
Le risposte cercherò di darle nel minor spazio possibile ma nel modo più esaustivo di cui sono capace.
Perchè il blog?
Per il motivo più semplice e più banale: perchè è facile ed è accessibile a tutti. Anche a quelli che hanno poca dimestichezza con l'informatica, come me. Perchè non prevede altri filtri se non quelli che si impone chi vuol apportare un suo contributo. Fatta eccezione per le offese gratuite e il turpiloquio (la volgarità non l'ho mai sopportata), ogni idea, pensiero, riflessione su un determinato argomento è ben accolto.
Adesso il titolo. Perchè "E-dition"? Intanto perchè mi piace, poi perchè l'E-lettronica è la naturale madre di questo strumento e -dition solo perchè legato alla E significa Edizione. Si, perchè l'ambizione vorrebbe far diventare tutto il materiale pubblicabile, in forma elettronica.
E' troppo? Spero di no.
Di temi su cui discutere il mondo in cui viviamo ne offre una quantità immane. Io mi auguro solo che non siano grida, che non siano chiacchericci, che non ci si becchi come i polli di Renzo per poi comunque finere al fuoco. La democrazia è un concetto che merita rispetto e lucidità.
Lo spirito guida di questa avventura è nella famosa affermazione di Voltaire: "Non sono daccordo con quello che dici, ma mi farei uccidere perchè tu possa avere la libertà di poter sempre esprimere la tua idea". Forse non è la riproposizione fedele ma è certamente quello che rappresenta meglio ciò che penso.
Su cosa mi farebbe piacere si sviluppasse una discussione tra i tanti temi possibili.
Sono di Napoli e quindi quanto accade in questi giorni mi ferisce e mi indigna. Vorrei parlarne però con freddezza e distacco. Oggi (10 gen. 2008 ndr) sul Corriere della Sera l'ottimo Gian Antonio Stella riporta quanto scritto da personaggi come la napoletana Matilde Serao 120 anni fa, gli scrittori Charles Dickens e Mark Twain che in epoche diverse descrivono Napoli con espressioni poco lusinghiere. Ma anche di quanto di straodinario percepito da Stendhal (...la città più bella dell'universo) e da Goethe. Ed a proposito della mia gente rimango grato a Marcello Mastroianni per aver dichiarato durante una intervista, non rilasciata a Napoli, a proposito di cosa si augurasse per il futuro: un mondo fatto solo di napoletani. Poi penso alla classe dirigente (politici, imprenditori, mondo delle professioni, sindacati) e mi assale lo sconforto. Li avverto come gente non in grado di guardare oltre il proprio naso. Con l'occhio puntato solo sull'immediato vantaggio possibile per se stessi. Vantaggio non necessariamente economico. Io non credo che Bassolino o Russo Iervolino siano ladri, ma da loro vorrei la risposta che chiede Ermanno Rea: perchè questo ritardo?
La mano mi sta prendendo e rischio di approfittare della pazienza del lettore. Se le origini mi portano a Napoli la mente mi fa porre domende su domande sul PD. Il Partito Democratico. Che cosa è? Perchè? Chi rappresenta? Quali e quanti ricatti può porre la Binetti ai laici e i laici quali e quanti ricatti possono porre alla Binetti? Insomma ciò che viene presentata come una peculiarità originale del variegato mondo che forma il PD non rischia di essere l'elemento frenante. Dove le differenze non arricchiscono il neo DNA di questa formazione ma ne rallentino (a voler essere ottimisti) la presunta forza riformatrice.
Adesso basta. Vediamo cosa succede con questi due spunti. Come vengono accolti dai potenziali milioni di visitatori. Per il momento vi saluto e a presto leggervi.
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