E' lecito chiedersi perchè l'ennesimo blog e perchè E-dition.
Le risposte cercherò di darle nel minor spazio possibile ma nel modo più esaustivo di cui sono capace.
Perchè il blog?
Per il motivo più semplice e più banale: perchè è facile ed è accessibile a tutti. Anche a quelli che hanno poca dimestichezza con l'informatica, come me. Perchè non prevede altri filtri se non quelli che si impone chi vuol apportare un suo contributo. Fatta eccezione per le offese gratuite e il turpiloquio (la volgarità non l'ho mai sopportata), ogni idea, pensiero, riflessione su un determinato argomento è ben accolto.
Adesso il titolo. Perchè "E-dition"? Intanto perchè mi piace, poi perchè l'E-lettronica è la naturale madre di questo strumento e -dition solo perchè legato alla E significa Edizione. Si, perchè l'ambizione vorrebbe far diventare tutto il materiale pubblicabile, in forma elettronica.
E' troppo? Spero di no.
Di temi su cui discutere il mondo in cui viviamo ne offre una quantità immane. Io mi auguro solo che non siano grida, che non siano chiacchericci, che non ci si becchi come i polli di Renzo per poi comunque finere al fuoco. La democrazia è un concetto che merita rispetto e lucidità.
Lo spirito guida di questa avventura è nella famosa affermazione di Voltaire: "Non sono daccordo con quello che dici, ma mi farei uccidere perchè tu possa avere la libertà di poter sempre esprimere la tua idea". Forse non è la riproposizione fedele ma è certamente quello che rappresenta meglio ciò che penso.
Su cosa mi farebbe piacere si sviluppasse una discussione tra i tanti temi possibili.
Sono di Napoli e quindi quanto accade in questi giorni mi ferisce e mi indigna. Vorrei parlarne però con freddezza e distacco. Oggi (10 gen. 2008 ndr) sul Corriere della Sera l'ottimo Gian Antonio Stella riporta quanto scritto da personaggi come la napoletana Matilde Serao 120 anni fa, gli scrittori Charles Dickens e Mark Twain che in epoche diverse descrivono Napoli con espressioni poco lusinghiere. Ma anche di quanto di straodinario percepito da Stendhal (...la città più bella dell'universo) e da Goethe. Ed a proposito della mia gente rimango grato a Marcello Mastroianni per aver dichiarato durante una intervista, non rilasciata a Napoli, a proposito di cosa si augurasse per il futuro: un mondo fatto solo di napoletani. Poi penso alla classe dirigente (politici, imprenditori, mondo delle professioni, sindacati) e mi assale lo sconforto. Li avverto come gente non in grado di guardare oltre il proprio naso. Con l'occhio puntato solo sull'immediato vantaggio possibile per se stessi. Vantaggio non necessariamente economico. Io non credo che Bassolino o Russo Iervolino siano ladri, ma da loro vorrei la risposta che chiede Ermanno Rea: perchè questo ritardo?
La mano mi sta prendendo e rischio di approfittare della pazienza del lettore. Se le origini mi portano a Napoli la mente mi fa porre domende su domande sul PD. Il Partito Democratico. Che cosa è? Perchè? Chi rappresenta? Quali e quanti ricatti può porre la Binetti ai laici e i laici quali e quanti ricatti possono porre alla Binetti? Insomma ciò che viene presentata come una peculiarità originale del variegato mondo che forma il PD non rischia di essere l'elemento frenante. Dove le differenze non arricchiscono il neo DNA di questa formazione ma ne rallentino (a voler essere ottimisti) la presunta forza riformatrice.
Adesso basta. Vediamo cosa succede con questi due spunti. Come vengono accolti dai potenziali milioni di visitatori. Per il momento vi saluto e a presto leggervi.
giovedì 10 gennaio 2008
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